In questa lunghissima pagina web troverete descritti solo i due terzi delle mie soluzioni (mancheranno quelle in grado di rendere ancora più singolare la mia storia).

Le mie soluzioni che descriverò sono ampiamente documentate accedendo alla versione estesa dei miei progetti mediante i bottoni presenti al termine di ciascuna sintesi che seguirà (n.b. per tornare al punto esatto di questa lunghissima pagina web da cui vi sarete allontanati attendete un paio di secondi, dopo difatti una breve apparizione dell'inizio di questa pagina sarete riportati automaticamente al punto detto).


N.B. Le immagini presenti nelle versioni estese dei miei progetti saranno ingrandibili quasi sempre esclusivamente cliccandovi sopra una o due volte, a seconda del browser (inutile per chi utilizza smarthphone o tablet tentare di ingrandirle, da subito, utilizzando l'allargamento delle dita). (clicca qui per alcune note ai miei commenti).   Buona Lettura.

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Nel febbraio 2000 (poiché, come è noto, anche se un soggetto non si interessa di politica, prima o poi la politica finirà per interessarsi di lui) presentai un mio progetto (che autenticai già nel 1999) che fu annunciato nell'aula del Senato nel marzo 2000.

Il mio progetto puntava a:

a) istituire un sito, suddiviso per argomenti, nel quale i cittadini avrebbero potuto descrivere le proprie proposte di legge (primo esempio, quindi, di politica 2.0 - democrazia partecipata via web –
per darvi un termine di paragone: all'epoca Beppe Grillo svolgeva ancora la professione di comico e solo cinque anni più tardi aprì il suo primo blog su internet cui seguì, anni ancora dopo, il movimento 5 stelle);

b) dare la possibilità ad ogni cittadino di fornire il proprio contributo e parere su queste proposte, facendo in modo che tutte le osservazioni fatte risultassero evidenti e a beneficio del legislatore (l'applicazione, quindi, alla politica di principi collaborativi - c.d. wiki e divenuti noti solo successivamente con la nascita, un anno più tardi rispetto ai miei suggerimenti, di Wikipedia che sorse solo nel 2001);

La realtà che più sembrò assomigliare alla concezione inziale del mio progetto fu Wikidemocracy (di cui parlarono molti media: Panorama, La Stampa, etc), che comparse solo nel 2008, oltre otto anni dopo la presentazione dei miei progetti.

Nella mia concezione, infine, le proposte di legge concepite dai cittadini avrebbero potuto, anche, essere presentate dai cittadini stessi attraverso la raccolta di firme.

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Nel 1999 autenticai nella data un congegno, che denominai "Salvavaligia", che si componeva di due parti staccabili. Una da tenere in tasca, l'altra da tenere all'interno del prodotto che s'intendeva difendere dai furti (es. una valigia, una borsa, etc..).

Una volta attivato il congegno, se l'oggetto da salvaguardare si fosse allontanato oltre un certo numero di metri dall'altro, e quindi dal legittimo proprietario, si sarebbe attivato un forte allarme sonoro.

La mia autentica di questa soluzione, anticipò, di molto: sia il periodo (anno 2001) in cui si iniziò a parlare in Italia del possibile impiego del braccialetto elettronico (destando stupore: e per l'impiego dell'innovativo strumento e per la misura in sè); sia l'uscita sul mercato, un anno ancora più tardi, nel 2002, di un prodotto volto a salvaguardare i bambini dal rischio di allontanarsi e perdersi, basato sugli stessi principi.

Con l'uscita di quest'ultimo prodotto, dato che ormai il rischio che qualcuno realizzasse la mia soluzione era comunque alto, decisi di proporla nel dettaglio all'azienda produttrice, ma a quel punto mi fu fatto presente che soluzioni tecniche come quella da me proposta erano, già, oggetto di privativa industriale.

Trascorsi ulteriori tre anni dall'uscita del prodotto di cui sopra (sei dalla mia prima autentica) sulla rivista Jack di Luglio 2005 (che si occupava di prodotti di ultima generazione) vidi realizzato e messo in commercio, su di un sito straniero, proprio quella che era la mia idea iniziale di prodotto.

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Nel luglio 2000 autenticai nella data alcune soluzioni volte a superare quelli che erano i principali limiti alla diffusione (gratuita od onerosa) dei brani musicali tra il pubblico. Ossia, l'incapacità da parte della maggioranza delle persone di ricordare, o di conoscere, chi è il cantante di una data canzone e il titolo della stessa.

A) La mia prima soluzione poggiava sulla consapevolezza che la maggior parte delle persone erano comunque in grado di ricordare e riprodurre almeno la melodia di un brano (ad esempio: canticchiandola o utilizzando uno strumento musicale).

B) La mia seconda soluzione (più promettente), consisteva, invece, nel dare la possibilità agli utenti di risalire alle informazioni cercate (titolo e cantante di una canzone) disponendo solamente di una parte della stessa. Quello che oggi tutti i possessori di smartphone sono in grado di fare mediante l'applicazione Shazam.

I miei tentativi di portare a realizzazione le mie soluzioni furono vani (in particolare, provai a contattare una nota web company con l'obiettivo di chiamare questo nuovo servizio: "DADAUNPA").

Riguardo specialmente alla mia seconda soluzione (concettualmente identica a “Shazam”), nella rubrica proiettata al futuro "Computer e Internet" della rivista Focus del Luglio 2002 (un articolo successivo quindi di ben due anni rispetto alla concezione ed autentica delle mie soluzioni), veniva evidenziato come in futuro si sarebbero potuti scoprire titolo e cantante di una canzone proprio secondo le modalità da me indicate.

Da rilevare, ancora e come vedrete nell'altro mio sito, che in agosto 2015 ho suggerito, proprio, a Shazam un'ulteriore e nuova funzione che potrebbe accrescerne ulteriormente le potenzialità.

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Considerate le limitate finanze delle famiglie che spesso non consentono l'acquisto di due auto e nel rispetto del progetto (oggi legge) di limitare la potenza dei veicoli alla cui guida si cimenti un neo patentato, nel giugno 2008 (con lettera raccomandata e previa autentica delle soluzioni inoltrate) suggerii al Ministro per le Politiche Giovanili l'introduzione sulle auto di rilevatori d'impronte digitali, del costo di pochi euro, o l'inserimento di password, in grado di segnalare alla centralina dei veicoli le prestazioni che il veicolo avrebbe potuto assicurare, a seconda del soggetto che si fosse posto alla guida.

Laddove un'impronta (o una rete di vene) o una password non fosse risultata catalogata (per esempio nel caso di un conducente occasionale) le prestazioni di guida sarebbero state tarate al minimo. Nel caso del ricorso a password, anche queste avrebbero permesso l'identificazione o la non identificazione del guidatore e, di conseguenza, la velocità massima raggiungibile stabilita per legge, o per scelta per esempio da un genitore.

Trascorsi otto mesi dal mio suggerimento e oltre due anni dalla mia prima autentica, la mia soluzione sembrò trovare attuazione (vedi un articolo su Panorama e uno su una rivista ACI) in un congegno messo a punto dalla Ford, denominato My-Key, che avrebbe consentito ai genitori di regolare, tra le varie cose e con un codice, la velocità massima raggiungibile dal proprio veicolo (a seconda, quindi, del guidatore). Il prodotto entrò in dotazione sulle Ford Focus a partire dall'anno successivo agli articoli citati (quindi, tre anni dopo la mia prima autentica e un anno e mezzo dopo i miei suggerimenti).

La soluzione di Ford fu candidata al Premio per l'Innovazione 2013 indetto dalla rivista Focus con il patrocinio del Politecnico di Milano.

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Nel 1999, previa autentica e via raccomandata, suggerii alla Motorizzazione Civile (ma non solo) un mio progetto inerente l'impiego innovativo di una segnaletica orizzontale che mi è parso abbia trovato successiva attuazione in tutto il paese.

Si trattava di adottare sul manto stradale una segnaletica di colore diverso dal bianco (ad esempio righe gialle), per un certo periodo di tempo, nei tratti di strada oggetto di modifiche di senso, precedenza e quant'altro, al fine di attirare l'attenzione del conducente sul fatto che qualcosa è cambiato e che occorreva prestare maggiore attenzione nell’affrontare quel tratto di strada.



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Questo Progetto (così' come un terzo del totale dei miei progetti) risulta trattato solo nella versione integrale del mio sito.

Questa la ragione per cui mancheranno alcuni numeri nella numerazione progressiva.


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Nel 1999 presentai una domanda di brevetto per invenzione industriale (che poi convertii in una domanda di brevetto per modello di utilità) riguardante una fascia catarifrangente volta a tutelare gli automobilisti costretti pedoni in orari di scarsa visibilità, di cui ne chiesi, da subito, la dotazione obbligatoria a bordo dei veicoli.

Questa mia soluzione trovò inizialmente l'interesse di figure di primo piano e, con buone probabilità, fu questa mia misura ed interessamento che portarono, a distanza di qualche anno, all’adozione del giubbetto catarifrangente.

Nel giugno 2003, del resto (fonte: La Nazione 28/06/2003), tra le varie opzioni veniva data ancora per plausibile anche l'impiego della mia fascia.

In seguito, poi, ne chiesi in più occasioni (l'ultima nel 2006) l'adozione almeno a bordo dei motocicli.

segue il prototipo della
mia fascia che costruii in
economia (termine usato in
gergo tecnico per indicare
che si è costruito da soli)

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Con riferimento ai navigatori satellitari, nell'ottobre 2006, previa autentica, suggerii che per il tramite di una Società del Gruppo ACI fossero studiati prodotti parametrabili solo se l'auto fosse ferma o, al limite, se vi fossero a bordo almeno due persone.

In pratica, suggerii l'installazione su tali apparecchi di sensori di movimento. O l'installazione sotto al sedile affianco del guidatore di un rilevatore di peso a radiofrequenza che permettesse l'utilizzo delle funzionalità di parametrizzazione, anche, con l'auto in movimento, a patto che rilevasse un peso superiore ai 25 kg.

Oltre un anno e mezzo dopo, nel maggio 2008, un'importante casa automobilistica installò su alcuni suoi veicoli il collegamento ad internet, utilizzabile tramite la manopola iDrive, che sarebbe stato accessibile solo ad auto ferma.

In seguito, a fine 2008, da più parti si iniziarono a chiedere e proporre prodotti utilizzabili solo ad auto ferma, o mediante comandi vocali, senza dover impiegare le mani.

Prima di allora, quindi e a mio avviso, i miei suggerimenti avrebbero potuto essere oggetto di un brevetto per modello di utilità e generare royalties.

Tra l'altro, a fine 2008, ossia oltre due anni dopo i miei suggerimenti basati su altri principi, i software per il riconoscimento vocale, oltre ad essere montati solo sui modelli di fascia alta, erano (stando ad un articolo pubblicato su Focus del sett. 2008) non del tutto affidabili.

Il rilevatore di peso nel sedile, attualmente, è utlizzato, anche per molti altri fini, come: far scattare l'airbag solo in presenza di una persona; il richiedere l'uso delle cinture in questa stessa ipotesi; per i seggiolini dei bambini per evitare che il genitore se li dimentichi a bordo.

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A) In un mio documento che autenticai nella data nel luglio 2000 era inclusa una mia soluzione, che inoltrai tre anni dopo all'attenzione della Epson Meteo, volta a fornire un servizio a tutte quelle persone che erano disposte ad alzarsi presto (ad esempio per andare a sciare o al mare) solo se il tempo, nel luogo di destinazione, fosse stato come da loro auspicato e indicato nello strumento da me suggerito (sito web o altro), utilizzando alcuni parametri selezionabili.

Gli utenti avrebbero dovuto selezionare su un sito web o via sms:

  • il luogo su cui volevano avere la previsione del tempo;

  • le condizioni meteo a partire dalle quali essere svegliati (sole, parzialmente nuvoloso, etc.; rappresentate da figure selezionabili);

  • l'orario in cui essere svegliati;

  • il numero su cui essere svegliati.

segue l'immagine
esemplificativa che
inserii nel progetto
che inoltrai alla
Epson nel 2003

Diversi anni dopo comparvero i servizi di sms che avvisavano circa le previsioni del tempo.

Attraverso questo mio progetto credo anche di aver anticipato, temporalmente ed in qualche modo:

  • sia i principi della geolocalizzazione, con la differenza che dati gli strumenti dell'epoca era necessario nella mia impostazione indicare il luogo ove ci si trovava o dove si era interessati ad avere le informazioni cercate (nell'esempio le previsioni meteo);

  • sia, forse, il concetto di app, oggi molto attuale.

Una nota a sostegno del mio progetto è che, ai tempi, le previsioni meteo non erano affidabili come oggi.

Riguardo poi la Epson, fui favorevolmente colpito dal fatto che a rispondere alla mia telefonata del 19 marzo 2003, per avere notizie riguardo al mio progetto, fu, dopo alcuni passaggi, proprio il noto colonnello in persona.


B) Rimanendo in tema di fenomeni e di oggetti che si osservano dall'alto, mi sono ricordato anche di un mio progetto del marzo 1993 (ero molto giovane allora), in cui anticipando proprio le potenzialità e il gradimento degli utenti circa la veduta dei luoghi dall’alto (gradimento confermato molti anni dopo dal successo riscosso dal servizio: Google Earth) proposi (via raccomandata) alla rivista “Millionaire”
(che invitava i lettori a suggerire nuove idee imprenditoriali) la possibilità di:

- dare vita ad un’attività volta proprio a fotografare le proprietà immobiliari e terriere di facoltosi signori, da vedute aeree, e per il tramite (all’epoca) di un elicottero preso periodicamente a noleggio orario, a fronte della raccolta di ordinativi per la zona d’interesse non inferiori ad un numero sufficiente a garantire, oltre alla copertura dei costi, un certo margine di guadagno.


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In merito al tema degli abbonamenti a quotidiani e riviste, nel novembre 2006, previa autentica, proposi a due importanti catene distributive: dapprima Esselunga (via fax) e poi Conad Adriatico (via raccomandata), una mia soluzione volta a superare il principale limite alla sottoscrizione di tali abbonamenti da parte dell'utenza (ossia, la paura che le copie lasciate sporgenti dalla cassetta delle lettere fossero sottratte da parte di qualcuno).

Nello specifico suggerii d'installare, presso i loro punti vendita, dispenser in grado di consentire ai sottoscrittori di uno o più abbonamenti, che avrebbero ricevuto in cambio un'apposita tessera magnetica pre-pagata e ricaricabile, di approvvigionarsi della propria copia in tutta sicurezza, mediante essa. Ciò avrebbe anche alimentato flussi di clienti costanti nei loro p.d.v.

Tre anni dopo il mio suggerimento fu pubblicata la notizia che in Francia era entrata in funzione proprio una tessera pre-pagata, voluta da tutti i maggiori quotidiani francesi, che consentiva giust'appunto di beneficiare degli sconti tipici degli abbonamenti.

Quindi, quella che a me è sembrò una successiva attuazione della mia soluzione.

Del resto, un articolo di Focus, proprio del 2006, che analizzò il sistema della vendita dei giornali in tutto il mondo, non evidenziò la presenza di un sistema simile a quello che concepii e suggerii all'epoca in nessuna parte del globo. Nell'articolo si segnalavano, eppure ed invece, distributori automatici, talmente avanzati da stampare le copie del quotidiano addirittura in tempo reale, mentre il pagamento avveniva, però, o con monete, o con carta di credito, nessun impiego quindi di carta prepagata che desse diritto agli sconti tipici degli abbonamenti.

Anni dopo, rispetto sempre alla mia autentica e ai miei suggerimenti, un quotidiano ricorse invece all'emissione di abbonamenti a coupon che i lettori dovevano consegnare agli edicolanti, con risultati in parte similari.

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Nell'aprile 2010 inviai via mail alla CGIL una strategia, alternativa agli scioperi, molto incisiva.

Specialmente nei casi di ingiustizia conclamata nei confronti di singoli, ritengo sarebbe di gran lunga preferibile che i lavoratori, spendendo circa un centesimo rispetto all'ipotesi di uno sciopero, inviassero un sms dal costo di un solo euro, destinato ad alimentare un fondo in grado di:

  • garantire da subito serenità morale ed economica per il lavoratore colpito dal provvedimento ingiusto;

  • fornire una precisa misurazione del numero e del livello di contrarietà di tutti i lavoratori;

  • dare vita ad un enorme avanzo di cassa, da sfruttarsi per altre vicende analoghe.

In questo modo si eviterebbero anche i costi e i disagi che ogni sciopero comporta a danno di incolpevoli utenti.

Di seguito riporto un'ipotesi concreta in grado di evidenziare appieno l'enorme potenzialità della mia soluzione:

dato il costo limitato del sostegno (un euro e la facilità di concederlo) ipotizzerei un'adesione di 10 milioni di lavoratori, e non solo, alla causa, per esempio, di quella persona che fu licenziata, se non erro per aver denunciato presunte anomalie su oggetti in grado di mettere a rischio la vita di altre persone, il che darebbe vita ad una somma raccolta di 10 milioni di euro che, a fronte di un esborso di 100.000,00 euro necessari e a favore del soggetto colpito
(data la sua età lavorativa avanzata e senza dimenticare che parte della somma, con buona probabilità, verrebbe rintroitata a fine giudizio) darebbero vita anche ad un avanzo di cassa di 9.900.000,00 euro.

In sintesi i lavoratori destinando alla causa di questa persona € 0,01 (esattamente un centesimo di euro a testa, quindi un decimillesimo che nell'ipotesi di uno sciopero) gli avrebbero risolto tutti i problemi, da subito.

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Un primo esempio successivo di sostegno a personalità che parevano osteggiate è stato quello che ha visto per protagonista Santoro, in ottobre 2011, cui anch'io ho contribuito economicamente, versando quanto richiesto al fine di favorire la messa in onda della sua trasmissione: "Servizio Pubblico".


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Nell'ottobre 2003, via raccomandata, inoltrai al Ministro dell'Ambiente un mio progetto di sfruttamento dell'energia eolica volto ad offrire ai meno abbienti un'entrata extra.

Sintetizzando, si trattava di far partecipare, con piccole quote, persone bisognose di un reddito integrativo ad investimenti altamente remunerativi (come quelli dell'energia eolica), altrimenti per loro inaccessibili (la legislazione dell'epoca prevedeva, tra l'altro, finanziamenti a fondo perduto per la maggior parte dell'investimento).

Stando a dati in mio possesso: gli investimenti nell'energia eolica consentivano un recupero dell'investimento nel giro di un anno o un paio, e di conseguenza negli anni successivi avrebbero generato per questi soggetti un'entrata aggiuntiva di pari importo, a fronte pressoché di nessun'altra spesa .

In pratica, una persona investendo 8.000,00 euro, che a lui sarebbero costati 3.000,00 euro
(perché gli altri sarebbero derivati, ai tempi, da contributi a fondo perduto), avrebbe ammortizzato tale costo nel giro di un anno, o un paio, mentre nei successivi venti, avrebbe incamerato (a fronte ripeto pressoché di nessun'altra spesa) 4.000,00 - 8.000,00 euro annui.

Venti pale eoliche, dal costo complessivo di 20 milioni di euro (come era in animo di costruire in una provincia di circa 200.000 individui), avrebbero potuto rappresentare, invece che pochi spiccioli per il Comune ospitante, un'entrata aggiuntiva per duemilacinquecento famiglie (10.000 persone circa), in pratica tutte le famiglie povere di quella realtà media.

Concludendo si trattava di dare vita ad una sorta di sommatoria di quelli che oggi sono conosciuti come "conti energia", permettendo ai loro titolari di investire, non in piccoli e distinti progetti di produzione di energia (oggi comunque possibili anche nell'eolico, c.d. microeolico), ma su di un unico grande progetto in un settore e in una misura maggiormente remunerativa.

Una sostanziale attuazione delle mie ipotesi di investimento e partecipazione popolare a progetti ambiziosi, si ebbe quattro anni più tardi, come figura da un articolo pubblicato su Panorama del 15/03/2007.


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Premesso che ad oggi sono contrario a qualsiasi tipo di votazione elettronica e alla eccessiva digitalizzazione.

Nel febbraio 2000, al fine di garantire in toto il principio costituzionale della segretezza del voto, a mio avviso non rispettato, almeno guardando alle fasi preliminari delle procedure elettorali, portai all'attenzione del Senato della Repubblica la proposta che ad una lista che intendesse presentarsi a delle elezioni non fossero più richieste un certo numero di firme (corredate dai dati della carta d'identità), che nulla hanno di anonimo, bensì un certo numero di impronte digitali, il cui sistema di raccolta e gestione avrebbe consentito il mantenimento dell'anonimato, oltre che nessuna ipotesi di schedatura.

Il sistema Ven-Id, più recente, sarebbe ancora più sicuro, in quanto rileverebbe semplicemente la diramazione delle vene presenti sul palmo di una mano.

La mia proposta dopo quasi due anni sembrò sulla via d'attuazione, vedi la sperimentazione che si tenne ad Avellino in ottobre 2001 (per la prima volta in Europa) dove si votò per un referendum utilizzando una tessera elettorale elettronica e soprattutto un dispositivo per il riconoscimento delle impronte digitali.


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Con riferimento all'iniziativa del Ministero della Funzione Pubblica, denominata: "Burocrazia Diamoci un taglio", che dava ai cittadini la possibilità di formulare suggerimenti (iniziativa nel solco di alcune altre che suggerii oltre dieci anni prima).

A) Riporto, di seguito, una versione estesa di una mia soluzione che presentai via form il 26 febbraio 2012:

Considerata la sostanziale attendibilità delle proiezioni elettorali basate su dati parziali, ma reali, trovo opportuno che nel nostro Ordinamento sia introdotta la possibilità d’indire (secondo necessità) consultazioni di natura occasionale/spot e parziale (interessando ad esempio 1 sezione su 1000), a richiesta di uno dei seguenti soggetti:

- del P.d.r.
(che in tal caso potrà basarsi semplicemente sul sentore avvertito nel paese riguardo un dato tema o, per esempio, la revoca della fiducia ad un dato Governo);

- dei cittadini stessi, attraverso la raccolta di firme.

Anche in tal caso, altra novità, a livello di campione statistico
(ossia raccogliendole, ad esempio, in sole cinque o dieci città di medie dimensioni, purché non abbiano un orientamento politico storicamente molto marcato)
.

Preferibile istituire giornate di reperibilità “elettorale” per i potenziali votanti e per gli scrutatori, al fine di evitare pressioni sugli elettori, estraendo le sezioni partecipanti pochi giorni prima, se non il giorno prima.

Al giudizio degli elettori si potrà rimettere, non solo l’opportunità di una prosecuzione o caduta di un governo, ma anche casistiche più specifiche, dando la possibilità a partiti e/o comitati di fornire agli elettori schede o cartelle con indicate in modo sintetico e chiaro i pro e i contro di certe decisioni. Sui media, gli schemi riassuntivi delle ragioni del si e del no dovranno essere curati e commentati vicendevolmente dalle specifiche fazioni.

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B) Restando in tema di questioni politiche ed elettive, riporto di seguito un mio suggerimento che ritenni di possibile interesse per il Movimento 5 Stelle, e che descrissi, però via mail il 24 novembre 2012, e a corollario di un’altra mia soluzione, all’Associazione Servizio Pubblico, lasciandoli liberi di portarglielo all’attenzione.

Il mio suggerimento consisteva nel fare pressione a livello istituzionale e mediatico affinché passasse la regola che: qualora un movimento politico acquisisse alle elezioni un certo numero di seggi (poniamo 150) avrebbe potuto scegliere di mandare in Parlamento un numero di persone sino a cinque volte inferiore (nell’esempio: 30 unità) il cui peso di voto sarebbe rimasto comunque, ed ovviamente, pari al numero dei seggi conquistati.

La motivazione era evitare che al Parlamento sedessero, certamente tante brave persone, ma magari non tutte indispensabili, nel definire gli obiettivi e le soluzioni da perseguire e da porre in atto.

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C) Tornando a più sopra, ossia alle mie proposte riguardanti l'inziativa "Burocrazia Diamoci un Taglio", il secondo suggerimento che fornii, sempre in data 16 febbraio 2012
(rimandando l'invio di suggerimenti più complessi ad altro momento, anche perchè la limitazione nel numero dei caratteri mi complicava molto il lavoro), era molto semplice e di facile impiego, e prendeva spunto da un caso reale che mi interessò in prima persona.

In breve, poiché quasi un mese prima inviai ad un ufficio una semplice richiesta info, via mail, senza ottenere alcuna risposta. In una mia seconda comunicazione, rinnovando questa mia richiesta, gli fornii anche il suggerimento che riassumo di seguito:

"qualora i tempi medi di risposta a richieste di informazioni pervenute via mail ad un ente superino le due settimane (o i dieci giorni) sarebbe preferibile che tali uffici impostassero un semplice servizio di risposta automatica cha avvisi gli utenti circa questi lunghi tempi di risposta. Diversamente uno non sa se hanno snobbato, o dimenticato, la sua richiesta, e rischia, magari, di attendere del tempo invano, oppure di riproporre la propria richiesta duplicando il lavoro per entrambe le parti in causa".

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Da notare anche che, venti giorni dopo l'inoltro delle mie soluzioni di cui ai punti A e C, ricevetti una mail di risposta in cui mi si diceva che un mio progetto era oggetto di approfondimento. Poichè però nella stessa data, come visto, ne inoltrai due, non saprei dire a quale si riferissero.

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Come spiegato meglio in seguito, vi sono alcune o forse buone probabilità che abbia ispirato (nb non ideato, né suggerito, in questo caso, ma semplicemente ispirato):

  • A) sia l'ideazione del Festival della Mente;
  • B) sia la prima iniziativa de "La Fabbrica del Sorriso", che ha visto la nascita della Onlus Mediafriends.

A) Riguardo al primo aspetto: il Festival della Mente ha visto la luce giusto sei mesi dopo che presentai e feci protocollare (il 13 febbraio 2004) presso la realtà che risultò poi la committente, nonchè la principale sponsor dell'evento, una mia lettera, con annesso un mio libro, che aveva proprio la caratteristica di contenere moltissimi miei esempi di creatività, in vari campi, come:

  • aforismi;
  • idee per brevetti;
  • idee per pubblicità;
  • vignette;
  • scketch;
  • battute;
  • nuovi personaggi;
  • accenno a sceneggiature per film; etc.

Di qui il pertinente legame, a mio avviso, con i contenuti del successivo Festival:

  • che indaga proprio la creatività in tutti i suoi aspetti e campi;

rafforzato anche dal fatto che:

  • a margine di ogni mia opera, mi firmavo giust'appunto creativo;

e che:

  • l'ideatrice del Festival, cui quest'ultimo è stato commissionato (e che, nel gennaio 2014, dopo dieci anni di successi, ha deciso di lasciare spontaneamente la Direzione dell'evento), si occupava, in precedenza, proprio di libri ed editoria, ed è quindi plausibile che la mia opera possa esserle giunta, ai tempi, in visione, oppure che qualcuno le abbia potuto accennare, anche solo genericamente, al mio caso.

A scanso di equivoci, è però bene ribadire (come peraltro ho già anticipato) che, a differenza di altri casi, in questo posso al limite solo aver ispirato l'ideazione del Festival, non ho quindi: né ideato, né tanto meno suggerito apertamente e direttamente, l'idea di dare vita ad un simile Festival. Per cui i meriti dell'ideatrice di tale manifestazione, nonché degli organizzatori, rimangono comunque indiscussi e pienamente leciti.

Peraltro, all'avvicinarsi del decennale, ho provato a svelare l'arcano accennato, scrivendo alla ideatrice del Festival offrendogli anche la possibilità di pubblicare volentieri le sue eventuali osservazioni, ma non ho ricevuto alcuna risposta.
Comprensibili, comunque, e se fossero vere le mie ipotesi, le ragioni riassumibili nella naturale tendenza a non complicarsi la vita che magari l'hanno spinta inizialmente a non contattarmi. E, allo stesso modo, comprensibili quelle successive che l'hanno spinta, anche successivamente, a non farlo, sebbene in realtà (e guardando bene dall'esterno) si sarebbe trattato, al più, solo del riconoscimento di una piccola mancanza.

Ad ogni modo, volendo dedicare un mio aforisma alla categoria dei relatori globalmente intesi, aforismi che come è noto hanno sempre un fondo di verità, ma non vanno presi troppo alla lettera, osservo (come ho indicato anche nella mia prima mail che inoltrai all'ideatrice del Festival) che:

“ I   relatori   dicono

sempre cose interessanti.

I o   dico  sempre

cose   nuove”

(naturalmente e, a mio avviso,
la seconda frase rappresenta il
fondo di verità, mentre la prima
non va presa troppo alla lettera)

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B) Riguardo al secondo aspetto, ossia la pubblicazione del libro umoristico de: "La Fabbrica del Sorriso", vi è una qualche fondata probabilità che una delle due mie precedenti lettere raccomandate che inoltrai a due importanti redazioni Mediaset, contenenti il mio suggerimento di far pubblicare proprio un libro, essenzialmente umoristico (ossia il mio, che gli allegai, con battute e vignette), destinando la maggior parte del ricavato in beneficenza, possa aver ispirato e portato alla realizzazione di quanto indicato.

Sei mesi dopo la mia spedizione, difatti, si ebbe la pubblicazione del noto libro che era, appunto, una raccolta di battute umoristiche, con destinazione del ricavato in beneficenza.

Nella premessa di questo libro inoltre era scritto: "da tempo sentivamo l'esigenza (intendendo Mediaset, Mondadori e Medusa) di fare beneficenza in modo più costante e organizzato..... Ora ce l'abbiamo fatta. Abbiamo creato un progetto moderno su cui impegnare fino in fondo la nostra credibilità ...... La nostra prima iniziativa si chiama "La Fabbrica del Sorriso", un progetto a favore dell'infanzia ......".

Comunque sia andata, sono contento che la onlus Mediafriends (costituita da Mediaset, Mondadori e Medusa) abbia dato vita a questo progetto, visti i lodevoli risultati raggiunti in termini di opere di bene.

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Al solo fine di incrementare le donazioni per iniziative umanitarie, nel settembre 2010 (previa autentica) suggerii di dare vita ad un sito in cui le persone, oltre a poter donare qualcosa sottoforma di prezzo del gioco (che descriverò), avessero anche la possibilità di conseguire una qualche ricompensa.

Nei casi da me esaminati:

- i minatori cileni bloccati sotto terra;

- una ragazza trentina, cui avevano sottratto la figlia perché
    incapace di mantenerla;

- la ricostruzione dell'Aquila.

suggerii che ad essere protagonisti potevano essere rispettivamente:

  • un pozzo, con in fondo dei numeri, di modo che una volta cliccato sul bottone "rescue/recupero" e versata la somma necessaria, sarebbe uscita la combinazione di numeri recapitata nella casella mail del donatore, che al termine del periodo avrebbe partecipato all'estrazione, tra tutte quelle uscite, per conseguire un premio.

  • una mamma che tiene in braccio dei numeri e che per accogliere la figlia che le si getta al collo, li abbandona a terra, facendo uscire la combinazione di numeri che, come sopra, verrebbe recapitata nella mail del donatore, per poi partecipare all'estrazione vista.

  • uno o più monumenti danneggiati che, una volta pagato il prezzo del gioco e cliccato sul bottone "rebuild/ricostruisci", sarebbero stati ricomposti, facendo uscire le combinazioni di cui ho detto ...

    (in merito a quest'ultima opzione, da segnalare una successiva versione del concorso "Win for Life", che dava la possibilità di scegliere i numeri vincenti all'interno di edifici, destinando poi parte del ricavato alle zone terremotate. Non essendo un giocatore, non so se in precedenza vi fossero gratta e vinci, e simili, che avevano ad oggetto edifici, sebbene basati su sistemi di gioco differenti)

In caso di realizzazione di quanto suggerito, trattandosi di soluzioni a scopo umanitario, rinunciai anticipatamente e del tutto a qualsiasi eventuale compenso.

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Al fine di favorire l'adozione degli animali abbandonati, nel dicembre 1999, ideai e suggerii, inizialmente al Comune della Spezia, di realizzare:

  • A) un'inedita e originale sfilata di cani abbandonati ;

    Alla quale seguirono alcune manifestazioni sul tema. Tra queste: la prima che si tenne pochi mesi dopo a Fiumaretta, in provincia della Spezia, e la più significativa che si tenne, anni dopo, a Bologna, di cui parlò anche il TG 3;

  • B) la creazione di un sito internet, ritraente le foto degli animali abbandonati, presenti nei canili, suddivisi per: razza, età, taglia.

    Anche in tal caso, il mio fine era sempre quello di favorirne l'adozione (molti gli esempi che seguirono; tra questi: quelli presso la Comunità Montana, nelle immediate vicinanze della mia provincia).

Sempre successivamente, e quindi ancora una volta a mio avviso grazie ai miei suggerimenti, venne istituito presso il Comune della Spezia (cui rivolsi i miei consigli): "l'Ufficio per la tutela degli animali", tuttora in attività.

Per realizzare l'originale ed innovativa sfilata dei cani abbandonati, da me ideata, è da segnalare, anche, che contattai a suo tempo un'importante Società di telecomunicazioni, che all'epoca aveva basato tutta la propria campagna pubblicitaria su di un testimonial a quattro zampe, cercando, così, di assicurarmi anticipatamente e a favore del Comune ospitante, una sponsorizzazione.

Da segnalare, ancora, come sulla scorta della successiva attuazione da più parti delle mie soluzioni, in data 23 maggio 2000, inoltrai alla A.S.L. della mia provincia due ulteriori strategie volte a segnare un ulteriore passo in avanti nella soluzione del problema individuato.

Nello specifico si trattava:

  • C) dell'installazione, all'ingresso o all'esterno della loro sede, di un touch screen a forma di cagnolino, che consentisse a tutti coloro che non possedessero un computer e che intendessero adottare un cane, di visionare le foto o i filmati degli stessi (sempre distinti per razze, età e luoghi di permanenza), facilitandone così la scelta e magari incentivandola;

  • D) di istituire un pulmino gratuito che ogni prima domenica del mese accompagnasse le persone interessate all'adozione a visitare i vari animali ospitati nei canili dei comuni limitrofi.

Anche quest'ultima iniziativa, alla fine, sembrò trovare attuazione. Su La Nazione del 03/11/2006 comparve, difatti, l'invito per chi fosse interessato ad una visita guidata al canile, a rivolgersi al Comune.

Stando poi ad un altro articolo del 25/11/2006 sembrò, anche, che il Comune volesse avviare (sette anni dopo che gli suggerii tale misura) la possibilità di adottare i cani abbandonati per il tramite di internet.


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All'interno di una mia petizione al Senato del febbraio 2000 figurava un mio progetto (che autenticai già nell'ottobre 1999) che era volto ad istituire: Uffici all'Innovazione e che ritengo abbia anticipato, e forse anche portato:

  • al successivo impiego di tale denominazione nell'identificare e caratterizzare alcuni Ministeri (nel primo Governo Berlusconi, difatti, né tanto meno prima, mi pare figurasse un Ministero richiamante il termine innovazione);

  • alla legge Napolitano-Vinieri, 267/2000, relativa alla costituzione delle Consulte territoriali, attraverso cui i cittadini potevano far pervenire alle amministrazioni comunali: proposte, petizioni, interrogazioni, su tutti gli argomenti di loro interesse (fonte: La Nazione del 16/07/2001). Da segnalare in merito che nella mia petizione ipotizzai, già, la possibilità di dare vita ad Uffici all'Innovazione, non solo a livello centrale, ma anche a livello dei singoli enti locali, e che tra le loro funzioni vi erano proprio quelle di accogliere, sviluppare e premiare le proposte dei cittadini;

  • all'avvio del rinomato Piano Strategico che interessò la mia città che prevedeva, tra le altre cose e al pari dei miei suggerimenti, la possibilità di raccogliere, come visto, proposte dai cittadini.

  • ad iniziative come "Burocrazia Diamoci un Taglio", e simili, a partire dalla fine del 2011 e ad opera del Governo Monti, volte sempre a raccogliere suggerimenti dai cittadini.

  • Questo mio progetto, inoltre, includeva già:

  • i principi della meritocrazia (prevedendo, ad esempio, la possibilità per i proponenti, - le cui proposte fossero state attuate, o comunque sia ritenute meritevoli - di aggiudicarsi punteggi spendibili in sede di prove concorsuali).

Un'indicazione, quindi, sulla possibile valutazione e riconoscimento della propositività nella P.A., ma non solo.


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A) Sempre all'interno di una mia petizione al Senato del febbraio 2000 figurava un mio progetto volto ad introdurre, in certi enti, dei Creative Manager, dediti all'innovazione, con compiti ben specifici.

Questo mio suggerimento sembrò ispirare un successivo corso di formazione organizzato dall'Istituto Formez, proprio, per le figure di: "Agenti Innovatori della Pubblica Amministrazione" (fonte: Italia Oggi 06/12/2000).
L'Istituto Formez, ricordo, è una società partecipata proprio dal Ministero della Pubblica Amministrazione, cui erano rivolti in definitiva i miei suggerimenti.


B) Nell'ambito sempre di questa mia documentazione riportai, anche, indicazioni volte a dare vita a selezioni imparziali dei candidati nei vari concorsi, ipotizzando il ricorso a commissioni estratte a sorte, sparse in tutta Italia, che avrebbero giudicato prove riferite a candidati, non riconoscibili, e comunque sia residenti in differenti province.

Soluzioni con obiettivi simili mi è sembrato siano state ipotizzate, successivamente, dapprima dal Ministro Mussi e, poi, dal Ministro Gelmini, che ha portato a realizzazione una riforma riferita, però, non alla generalità dei concorsi, ma ad un settore in particolare: quello universitario.

Del resto, anche altre ipotesi legislative del Ministro Gelmini (non so se presenti nella riforma attuata) prevedevano aumenti di stipendio e avanzamenti di carriera solo per chi avesse prodotto pubblicazioni, etc., ricordando, a mio avviso un poco e nuovamente, le mie soluzioni sempre di quasi dieci anni prima, volte ad attribuire punteggi spendibili in occasione di concorsi per i soggetti che avessero presentato progetti e soluzioni di un qualche valore.

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In vista dei Mondiali di Calcio 2010 suggerii a Figc e Fifa (in tal caso con raccomandata internazionale) che nelle principali piazze delle più popolose città di ciascuna delle nazioni partecipanti, si potessero collocare, a spese dello sponsor scelto, porte, gestite da una o due assistenti, vestite da Leopardo (come la Mascotte di quel Mondiale), dedite:

  • sia a parare i rigori, di chi avesse voluto cimentarsi nell'impresa;

  • sia ad incassare i due euro necessari per poter calciare il rigore (incasso a favore dell'Africa);

  • sia a rilasciare, in caso di gol fatto, un tagliando per partecipare ad una successiva estrazione che avrebbe dato diritto ai vincitori di assistere a tutte le partite della propria nazionale nel mondiale e al rimborso delle spese di viaggio e soggiorno sostenute.

Tale soluzione fu ritenuta interessante dal Presidente F.I.G.C., ma la divisione marketing della F.I.F.A., titolata ad avere l'ultima parola, mi rispose che non avrebbero investito nel mio progetto.

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Riguardo al mondo del pallone,
a partire dal 2006, ho ideato,
autenticato e suggerito, nel tempo,
(quasi sempre via raccomandata)
anche numerosi altri progetti,
tra i quali:

A) dare vita a sfide al meglio dei tre rigori, tra i Premier e/o i Presidenti dei paesi delle squadre in campo (es. Obama - Putin) con la possibilità da parte del pubblico di scommettere sul vincitore e destinando parte dei proventi in beneficenza.

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B) dare vita a sfide (sempre a rigori) "modello Oriazi e Curiazi", tra 3 o più tifosi/capitifosi, o eventualmente tra vip, di due squadre avversarie, magari in occasione di derby.

Ricordo per chi non lo sapesse che gli Oriazi e i Curiazi scelsero di far combattere tra loro i rispettivi tre più valorosi guerrieri, piuttosto che far scontrare i loro interi eserciti.

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C) La mia prima vera ipotesi di lotteria legata al mondo del pallone fu, però, quella che suggerii, in tal caso via mail, alla F.I.G.C., l'11/07/2006 (e p.c. a Staffelli), due giorni dopo la vittoria dei Campionati del Mondo di Calcio da parte dell’Italia, che avrebbe permesso ai 5 estratti a sorte, di poter coronare il sogno di poter calciare un calcio di rigore in uno stadio blasonato con in porta un vero portiere mondiale (Buffon) e a seguire una delle classiche partite del cuore o un’amichevole dell’Italia.

Presto ideai, autenticai, e suggerii anche la possibilità di dar vita a lotterie parallele, con medesima finalità e premi, ogni 4 anni, su scala mondiale e su scala europea, in occasione, rispettivamente, dei Campionati del Mondo di Calcio e degli Europei di Calcio, etc.

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L'ultimo dei miei progetti che ho citato sopra è sembrato, tra l'altro, trovare, dapprima, una successiva e limitata forma d'attuazione a Genova, durante la manifestazione "Notte Magica dello Sport ", in cui una non meglio definita "Lotteria dei rigori" rivestì un ruolo di primo piano.

E tre anni dopo ancora, alla Spezia, con l'iniziativa del Secolo XIX rivolta ai bambini dai 6 ai 12 anni d'età al fine di fargli coronare il sogno di poter calciare un rigore nello stadio dello Spezia Calcio.

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Con riferimento alle lotterie, mi preme sottolineare inoltre che, all’epoca della prima presentazione del mio progetto, la mia unica richiesta fu semplicemente quella di poter partecipare alla manifestazione.

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Rimanendo nell'ambito dello sport, tramite una mia lettera pubblicata su di un quotidiano in agosto 2008, suggerii una soluzione che mi è sembrata trovare molti successivi esempi di attuazione, che hanno trovato grande risalto sui media.

Nel mio caso si trattava di dare vita ad una sorta di mini olimpiade, su base locale, articolata su quattro discipline sportive (calcio, ma anche: corsa, pallacanestro, pallavolo), alla quale previdi la partecipazione di giovani rappresentanti, non professionisti, di 4 nazioni/macro aree geografiche (Italia, Repubblica Dominicana, Paesi dell'est, Africa).

Nella mia concezione ipotizzai anche la possibilità che questa manifestazione assumesse un'evidenza nazionale, interessando, come segnalai già all'epoca, un regista impegnato come ad esempio Salvatores, visto che l'iniziativa l'ideai appositamente per la nascente associazione Mediterraneo (che è un titolo di un suo noto film e in cui si giocava una famosa partita di pallone tra italiani e greci).

Successivamente ai miei suggerimenti, nella mia città si diede vita, subito l'anno successivo, ad una manifestazione, ribattezzata Mundialito, che ha avuto grande risalto sui media locali, in cui rappresentanti di alcune nazioni (Marocco; Albania; Italia; etc.) si sono affrontati in un torneo, in tal caso solo calcistico, a carattere locale.

Due anni dopo i miei suggerimenti
(credo prendendo spunto proprio dalla manifestazione spezzina che, già, seguì temporalmente le mie proposte) si tenne una manifestazione simile anche a Genova, di cui parlò il Tg3 regionale del 07/07/2010.

Alla luce dei fatti e della tempistica indicata, vi sono buone probabilità, a mio avviso, che tutte queste iniziative siano state ispirate dalle mie precedenti soluzioni, direttamente o indirettamente, a cascata quindi
(da sottolineare, comunque, il campionato mondiale di calcio contro il razzismo e la discriminazione in generale, giunto alla 20° edizione, di cui non avevo mai sentito parlare, cui è stato dato ampio risalto - ad es. su la nazione 06/07/16 - probabilmente per le forti tensioni razziali del momento in Usa, cui partecipano squadre di tutti i tipi; ad es. anche per: la promozione dei diritti delle donne; quelle con pazienti psichiatrici...).

Da segnalare, ancora, come a distanza di quasi tre anni dal mio suggerimento il consiglio comunale dei ragazzi di Follo (SP) ipotizzò di dare vita ad una festa per favorire l'integrazione tra alunni italiani e stranieri, prevedendo, tra le altre cose, proprio una sorta di mini olimpiade.

Molti altri, comunque, gli esempi, sempre simili e ancora più successivi.

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Il 18 marzo 2009, attraverso il quotidiano La Nazione, suggerii:

A) un'innovativa opportunità di raccolta fondi, a favore della Marina Militare e del Comune della Spezia, consistente nel dare vita, in occasione del Festival della Marineria, ad una singolare lotteria con in palio un week end per due persone sull'Amerigo Vespucci.

Considerato il prestigioso premio, facile prevedere un target di riferimento mondiale, specie se si fosse previsto il rimborso per il vincitore delle spese di andata e ritorno dal luogo di imbarco e se se ne fosse consentita, come da me suggerito:

B) una possibilità di partecipazione alla lotteria tramite web.

Solo pensando ai due milioni di visitatori annui del Parco delle 5 terre è facile intuire il numero potenziale di biglietti vendibili.

Supposto, ad esempio, un numero di biglietti venduti pari ad un milione, e un prezzo pari a 2 euro ciascuno, la somma raccolta ammonterebbe, già, a 2 milioni di euro.

Nella mia lettera pubblicata su La Nazione figurava anche:

C) la mia ipotesi di dare vita ad un reality a bordo di un veliero
(non certo il Vespucci, comunque) con persone brillanti, in grado di comunicare qualcosa che valesse la pena di essere ascoltato.

Soluzione quest'ultima che suggerii anche alla Rai e che:

- circa sei mesi più tardi sembrò trovare, dapprima, una qualche realizzazione (ad opera di altri soggetti) in un centro commerciale genovese, sotto il nome di "Reality on boat", di cui parlò anche il Tg3 regionale.

- e, anni ancora più tardi (fonte: La Nazione del 19 settembre 2013), sembrò trovare una qualche forma di attuazione anche nel reality: "Sweet Sardinia" trasmesso su LA 5.

D) Con riferimento ancora al Festival della Marineria, che ho citato più sopra, e rispetto alla manifestazione che ne precedette la sua prima vera edizione, credo di essere stato anche il fautore dello spostamento del baricentro di tale manifestazione, dal solo molo (privo di esercizi commerciali extra food) a tutto il centro cittadino.

Ciò anche suggerendo e introducendo nelle mie lettere:

d1) una mia soluzione consistente nell'impiego di un carro musicale con funzioni di pifferaio magico al fine di spostare le masse, proprio e come detto, dal molo al vicino centro cittadino.
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Restando in tema di velieri e regate, da sottolineare i miei progetti che suggerii anni prima (nel 2007), dapprima al main sponsor di Mascalzone Latino, Capitalia, poi a Banca Intesa, main sponsor di Luna Rossa e, successivamente (con raccomandata internazionale), alla Ubs, main sponsor di Alinghi (dalla quale peraltro fui contatto; quando si dice la precisione svizzera).

Si trattava, in estrema sintesi, di progetti volti:

- a premiare ed incrementare il numero di correntisti;

o, in alternativa:

- a premiare i dipendenti più meritevoli di livello non dirigenziale,

dando la possibilità a questi soggetti di aggiudicarsi, tramite estrazione, l'eventualità di partecipare ad una regata competitiva, su uno dei prestigiosi vascelli citati.

Questo considerato che nella vela si è soliti ospitare a bordo persone estranee agli equipaggi. In particolare, a me pareva più interessante e democratico (come è il mare del resto) che ad essere ospitati non fossero i soliti v.i.p., ma gente comune e meritevole.

Da rilevare che i progetti suggeriti prevedevano costi decisamente irrisori rispetto ai benefici, anche di immagine, conseguibili.

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Nel gennaio 2010, su di un form del sito del Quirinale (e prima ancora alla Rai, etc.), presentai all'attenzione del Presidente della Repubblica un progetto volto a commemorare i 150 anni dell'Unità d'Italia, con un evento, non solo di significato e di rilievo, ma che costituisse anche un'attrattiva di massa e internazionale, esaltando al contempo la maggior parte dei tesori del paese.

Gli eventi prospettati sino ad allora per le celebrazioni erano (e ritengo siano stati), a mio avviso, sicuramente importanti e di significato, ma di scarso appeal televisivo, adatti più a topi di biblioteca, che alla cultura, ahimè, ampiamente diffusa nel paese, a base di reality.

La manifestazione che sugerrii (che avrebbe potuto essere trasmessa in mondovisione) era in grado di coniugare alcuni fiori all'occhiello del nostro paese, quali, ad esempio:

  • Il veliero Vespucci;

  • Andrea Bocelli,

    accompagnato magari (oltre che da un'orchestra) da:

  • Giovanni Allevi;

  • il cinema italiano,

    ed in particolare:
  • le atmosfere e le immagini del film "La leggenda del Pianista sull'Oceano" (del regista italiano, premio Oscar, Giuseppe Tornatore, tratto dal monologo "Novecento" di Baricco)

  • le immagini del film proiettabili su una vela dispiegata del Veliero.

Alla manifestazione in esame, volendo (e come suggerii), avrebbero potuto partecipare anche altri autori musicali italiani, raffinati e singolari.

Riprendendo poi quanto suggerii in altra occasione, segnalai anche come si sarebbe potuta indire una lotteria (di respiro planetario e con introiti elevatissimi), in grado di consentire al vincitore: un week end per due persone sul Vespucci, con il privilegio di poter assistere dal vivo a tale esclusiva manifestazione. Anche il viaggio per raggiungere il luogo d'imbarco sarebbe stato pagato. Ancora suggerii l'arrivo della coppia vincitrice a bordo di una sfavillante Ferrari e l'eventualità che soprattutto la femmina della coppia indossasse un meraviglioso abito donato da un affermato stilista italiano. Cena preparata dal noto chef Vissani…

Da segnalare, infine:

- una successiva ed interessante impresa, a bordo proprio di un veliero, organizzata dal fondatore di Eataly, che ha visto come protagonisti giusto: personaggi di spicco, cuochi e prodotti italiani, volta soprattutto a promuovere il made in Italy. Ricordando, così, un poco e a mio avviso, i miei precedenti suggerimenti. Ciò, considerato anche che l'arrivo del veliero a New York era previsto giusto per il 2 giugno 2011, ossia per i 150 anni della Repubblica.

- il successivo riconoscimento consegnato a Bocelli, in occasione di un suo concerto a New York, da parte del nostro Capo dello Stato. Chissà, quindi, se il mio richiamare, l'anno prima, l'attenzione del Presidente giusto su di lui (quale uno dei tesori del nostro paese) abbia influito, almeno un poco, su tale decisione ed iniziativa.

- il fatto che il binomio da me ipotizzato e suggerito tra concerti di musica classica tenuti a bordo di velieri, con tanto di pubblico al seguito, ha trovato in qualche modo attuazione proprio nella mia provincia. Oltre tre anni più tardi, difatti, si ebbe la possibilità di partecipare a crociere giornaliere sulla goletta Oloferne allietati dall'ascolto di brani di musica classica, grazie alla collaborazione con il locale conservatorio G. Puccini (che tra l'altro ha l'onore di vantare tra i suoi allievi proprio il figlio di Bocelli) e al patrocinio del Comune della Spezia.

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Con riferimento all'Expo 2015 nell'agosto 2008 presentai un mio progetto (che suscitò un'iniziale interesse) volto a dare vita ad un Museo del Buonumore, dove ogni nazionalità potesse portare all'attenzione del grande pubblico i loro migliori esempi di: comicità, ironia, etc.

Potrebbe, trattarsi di:

  • oggetti (per l’Italia ad esempio: i barattoli con l’aria di Napoli; le magliette con la cintura di sicurezza disegnata; la nota popò di artista di Manzoni, etc..);

  • personaggi animati; vignette/fumetti; scketch comici (come si fa, per esempio, a non ricordare il Sarchiappone di Walter Chiari, impensabile), video sullo stile di paperissima, spezzoni di film comici tradotti in varie lingue, etc.., sino a comprendere, volendo, ogni altro aspetto che rende la vita piacevole come: la musica, il cibo (tema dell'expo), etc..

Ad oggi, trovo che pochi sappiano che cosa faccia ridere un indiano, un cinese, un nigeriano, etc.., mentre, quasi tutti, sappiamo cosa, spesso, li fa disperare. E' un progetto, quindi, di speranza, incentrato sulle cose belle e divertenti della vita, che fa anche riflettere sul fatto che, sebbene magari talvolta ridiamo per cose diverse, vista la diversità tra le culture, spesso, ridiamo per le stesse cose e, soprattutto, nello stesso modo, dato che, come sosteneva Einstein, apparteniamo tutti alla razza umana.

Un museo certamente consigliabile alle giovani generazioni, sperando possa servirgli a comprendere che, anche, una vita attenta agli aspetti ludici deve essere, comunque, affrontata con intelligenza e non con idiozia. Come ha dimostrato Piero Manzoni, persino andare di corpo può essere fatto con intelligenza e un pizzico d'ironia.

A mio avviso, tutti i cittadini, almeno in Italia, dovrebbero poter partecipare all'individuazione, segnalazione e raccolta del materiale per il museo, anche inviando un proprio elaborato, la cui foto sarà certamente consultabile via web. Le opere migliori potranno anche essere esposte nel museo.

Trovo inoltre che ogni provincia italiana, o per lo meno ogni Regione, dovrebbe avere il proprio Museo del Buonumore, dove ogni persona potrebbe ritemprarsi, trovare fiducia e ottimismo.

Infine, segnalo:

- l'avvento del successivo "Festival della Felicità", reclamizzato, ad esempio, su La Nazione del 16 maggio 2011, che è sembrato richiamare e ricordare un poco i concetti alla base delle mie precedenti ipotesi di musei;

- l'avvento, tempo ancora dopo (a partire dal febbraio 2013), del social network Happier.

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Nel settembre 2009, in una mia seconda lettera raccomandata che inoltrai al Commissario Straordinario per l'Expo 2015, Letizia Moratti, era compreso anche un mio progetto, legato agli aspetti comunicazionali, attinente il tema affrontato dall'esposizione universale, ossia: il cibo e la fame nel mondo.

A) Nella mia soluzione (un video o un'immagine), che vi riporto sotto, figurano come si vede: aerei di pane; bombe di latte; navi di formaggio e carrarmati di cioccolato e, al di sopra, l'esaustiva dicitura: "Le Uniche Armi di cui l'Umanità abbia Bisogno".

LE   UNICHE   ARMI
DI   CUI   L'UMANITA'
ABBIA   BISOGNO:

NAVI DI CIOCCOLATA,
CARRARMATI DI FORMAGGIO,
BOMBARDIERI DI PANE;
BOMBE DI LATTE.

B) Tra le soluzioni che ho suggerito anche: la possibilità di dare vita ad un video dove, nel finale, due fratellini, o due o più bambini di nazionalità diversa, dopo aver giocato alla guerra con i vari pezzi si metteranno a mangiarli, ridendo e scherzando.

C) In vista della possibile attuazione delle mie soluzioni suggerii anche che una parte degli stuzzichini, serviti in occasione di alcune cerimonie dell'Expo 2015, potessero richiamare le forme viste, ad ulteriore monito e ricordo per i grandi della terra.

Ancora, segnalo come nel mio caso, ricorrendo ad armamenti commestibili (a differenza di quanto presente in una opera successiva esposta alla Biennale di Venezia del 2011, dal titolo "This is not a game", che mi è parsa avere qualche assonanza con la mia di cui al punto precedente, ritraendo, difatti, una grossa mano a muovere soldatini e carrarmati) ho voluto sottolineare l'aspetto cruciale che i soldi investiti in armamenti sarebbe opportuno investirli diversamente, ad es. nell'alimentazione.

Molto più avanti noterete, anche, come un'altra mia intuizione, stando ad un servizio del Tg1, avrebbe preso posto all'interno della Biennale di Venezia 2011.

D) All’interno della mia II documentazione che inoltrai al Commissario per l'Expo sottolineai, anche, come sarebbe stato mio desiderio dare vita a mie idee di sculture in grado, a mio avviso, di richiamare attenzione e, di conseguenza, di aumentare il valore economico dei fondi commerciali, degli stabili e degli esercizi situati nella via interessata dalla loro eventuale collocazione.

Un esempio di bozza di una mia opera buffa, che autenticai preventivamente e che figurava nelle documentazioni che inoltrai all'allora Commissario Expo, era la seguente:



(disponibile anche nella versione
dedicata al calzino, con la variante:
- Or che nessuno più ti vuole tra i piedi ..-)

Una penultima osservazione è che sono molti gli artisti (compreso il più noto) che non realizzano direttamente le loro opere, ma ne fanno semplicemente disegni e bozzetti, che terzi realizzano.

Ancora, osservo che nella mia città un percorso che potrebbe ospitare le mie opere potrebbe essere via del Torretto, che unisce Piazza Verdi a Piazza Sant’Agostino. Una di queste piazze, tra l'altro, potrebbe ospitare una mia singolare trasmissione televisiva, che ho concepito, e sulla quale per il momento non mi soffermo.
.

E) A proposito di trasmissioni televisive, già nel 2005, avevo ideato e autenticato l'opportunità di dare vita a trasmissioni politiche con almeno tre intervistatori: uno di destra; uno di sinistra e un uomo comune, "preso dalla strada". Dopo anni sono cominciati a nascere programmi con due moderatori, sino al piacevole ed interessante programma del 2011, trasmesso su La 7, il cui slogan e formula vincente era proprio quello di essere: "l'unico programma con l'opposizione dentro" e che, anch'esso, poggiava molto sul parere della gente comune, a partire dalla loro presenza negli spot che lo lanciarono.

F) Sempre con riferimento ad una trasmissione televisiva, da segnalare come la scelta di una nota rete televisiva di procedere, una volta concluso il dibattito tra politici, alla verifica delle informazioni fornite (denominato da loro fact checking), l'avevo, già, in buona misura ipotizzata ed autenticata oltre quattro anni prima ricorrendo a due misuratori: l'"Affidometro" e il "Realizzometro".

Dove il primo avrebbe tenuto conto e aggiornato costantemente nel tempo il livello di correttezza delle informazioni fornite dal politico interessato, o anche di altro soggetto, ad esempio un personaggio dello spettacolo. Mentre il secondo avrebbe tenuto conto del livello di realizzazione delle promesse fatte.

G) Rimanendo nell'ambito della televisione segnalo come, da molto tempo
(come risulta anche da mie autentiche passate), ritengo che il Presidente della Rai debba essere eletto dagli abbonati in occasione del rinnovo del canone, mediante quindi l'indicazione del nominativo prescelto (tra alcuni candidati disponibili) su quello che era il bollettino di pagamento.

In merito, è da segnalare che, successivamente, in un'intervista pubblicata su La Nazione del 18 dicembre 2011, un ex Direttore Rai lanciò l'idea che i cittadini potessero eleggere, contestualmente al pagamento del canone Rai, e quindi tramite bollettino, un consiglio di utenti abbonati, volto ad affiancare il Presidente e il Direttore Rai nella gestione dell'azienda.

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Con riferimento al Parco Nazionale delle Cinque Terre, sorto solo a fine 1999 e divenuto nel tempo un modello di rilievo internazionale, fornii, subito nell'anno 2000, tramite mie lettere che feci protocollare, i seguenti suggerimenti che mi è parso abbiano trovato successiva attuazione e che hanno contribuito, quindi e a mio parere, in maniera importante al successo del Parco.

Tra i miei suggerimenti figuravano:

  • la vendita di gadget dedicati al tema dell'amore, considerata l'arcinota Via dell'Amore (attuata);

  • la vendita di prodotti biologici - prodotti all'epoca quasi sconosciuti, a differenza di oggi - (attuata);

  • la vendita di prodotti ecologici (attuata; ad esempio: t-shirt e borse in tessuti e colori naturali, etc.);

  • la vendita di prodotti equo solidali (attuata);

  • la vendita, più in generale, di prodotti tipici della nostra provincia (attuata);

  • il dare vita ad un emporio dedicato alla vendita di tutti questi prodotti (attuata);

  • il dare vita ad una mascotte, ravvisabile nel mio caso nei fotografi vestiti da cupido (attuata dal Parco nella fattispecie del granchietto Favulà);

  • la valorizzazione del tema dell'amore - data la conoscenza dell'omonima via in tutto il mondo - (attuata; vedi i successivi: "il bar dell'amore"; "il profumo dell'amore"; etc; nonchè la già citata comparsa dei gadget sul tema dell'amore che avevo suggerito, anch'essi, molto tempo prima che fossero realizzati e molto prima della comparsa di tutti gli altri esempi di esaltazione del tema dell'amore che ho appena indicato).

  • allo stesso modo suggerii, sempre prima degli altri esempi visti, anche la realizzazione di un museo dedicato al tema dell'amore - sponsorizzato magari dalla Perugina, per via dei suoi altrettanto noti baci-;

    Da rilevare, al riguardo di quest'ultima mia idea, come, oltre quattordici anni dopo questo mio suggerimento, è uscita la notizia su La Nazione del 08 nov. 2014 che a Verona sarebbe stato realizzato il primo Museo sul tema dell'amore del mondo su progetto, in tal caso, di un noto scrittore. Superfluo osservare che, sia che costui fosse a conoscenza del mio progetto, sia che non lo fosse, e salvo fatti a me sconosciuti, la primogenitura di questa idea resta comunque del sottoscritto
    .

Proseguendo con il discorso del Parco, anche:

  • la realizzazione, se vogliamo, di riprese subacquee; nel mio caso, per la verità, si doveva trattare di foto fatte dagli operatori ai turisti sott'acqua (nel caso del Parco si sono poste, ad esempio, videocamere a riprendere il fondale marino).
  • etc..

L'ex Presidente del Parco va aggiunto, inoltre che, prima di assumere tale carica, fu per 10 anni (dal 1990 al 1999) sindaco del Comune di Riomaggiore (il borgo delle 5 terre da cui parte proprio la via dell'amore) e mi pare proprio che durante questo lunghissimo lasso di tempo non abbia dato vita a nessuna delle misure viste sopra, il che accresce in me la convinzione che siano stati i miei suggerimenti, le mie linee di indirizzo a contribuire all'incredibile sviluppo di quelle aree nel tempo.

Del resto, al fine di verificare la correttezza della mia analisi, nel marzo 2013, ho anche interpellato l'attuale Presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre (in quanto ritengo conosca maggiormente la storia del territorio in esame) chiedendogli d'inoltrarmi eventuali sue osservazioni in merito, ma non ne ho ricevuta alcuna.

Resto comunque disponibile ad eventuali altre osservazioni, purchè supportate da elementi concreti e verificabili.

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Sul tema dei giardini della Spezia (ma potrebbe valere anche per altre città) ho proposto (con lettere protocollate) un progetto molto articolato, che ho sviluppato in più fasi.

Alcuni dei miei suggerimenti più significativi in merito hanno riguardato:

A) la riorganizzazione tematica dell'area dei giardini (un giardino idealmente da leggere ed ascoltare) in modo da trattare all'interno di ciascun'aiuola, con stile
(aspetto non secondario) o, autori, con i loro più noti aforismi, o, alcuni argomenti, con gli aforismi più significativi in merito, accogliendo anche statue su tali temi, eventualmente frutto di concorsi (in precedenza suggerii anche un "percorso di pensieri" tra le vie cittadine ricorrendo sempre a targhe con aforismi).

B) dare vita ad un premio/gadget rappresentativo della nostra città, ispirato ai concetti di: "Aggrapparsi alla cultura"; "Immergersi nella cultura"; "Farsi abbracciare dalla cultura", etc., consistente rispettivamente in: Boe, in miniatura, con alla base gli aforismi; e allo stesso modo: Elmi da palombaro (che come vedremo sono stati tra l'altro e successivamente realizzati); Polene, etc.;. Oggetti che avrebbero potuto rappresentare, non solo premi per il Festival di cui dirò sotto, ma anche e semplicemente gadget ricordo per turisti.

C) dare vita ad un vero e proprio Festival degli aforismi, dove sarebbero stati premiati i più belli dell'anno e, di anno in anno, per gruppi di temi, i più belli nella storia, dando vita anche a manifestazioni collaterali, riguardanti i temi, di volta in volta, trattati in occasione del Festival. Ogni anno, si sarebbe potuto, difatti, trattare un argomento, per esempio: le donne, l'amore, etc. con esperti del settore, anche sotto molteplici altri punti di vista: nella storia, nella letteratura, nella pittura, nella fantasia, nel cinema
(in una delle serate si sarebbe potuto assistere, per esempio, alla prima visione di un importante film sull'argomento, preceduta e seguita da un dibattito, con ospiti illustri).

D) il mio tentativo di far finanziare la riorganizzazione dei giardini dalla ING, ribattezzando per l'occasione quell'area come: "Il giardino delle Zucche", dandogli al contempo altre singolari tipicità.

E) altre indicazioni, come per esempio: il far adottare la cura delle singole aiuole ad associazioni riconducibili ai vari autori interessati; il far condurre il Festival da Igor Righetti (meglio noto come il comunicattivo); sino ad arrivare a fornire anche un esempio pratico e possibile per ospitare ed esibire gli aforismi, vedi l'immagine che segue.



(sopra un mio esempio di possibile
presentazione degli aforismi)

Come avrete modo di vedere dall'esame della versione estesa del complesso dei miei progetti, molte delle mie soluzioni (indicate appena sopra) hanno preceduto, e forse, in alcuni casi, anche ispirato:

- una scultura collocata successivamente in quel di Lerici (SP) che sembra essere proprio una raccolta di targhe, riportanti poesie/aforismi legati al tema del mare, come mi sembra proprio di aver descritto e suggerito nei miei precedenti progetti;

- il premio scelto da un'Associazione Culturale che consiste, proprio, in un "Elmo da Palombaro", come da me suggerito nei miei precedenti scritti;

- le panchine dell'amore collocate successivamente a Monterosso che riportano anch'esse citazioni/aforismi, nel caso specifico sul tema dell'amore;

- una successiva dichiarazione di un ex Ministro ai Beni culturali, che in una lettera aperta ad un poeta delle mie parti, si disse disponibile a sostenere alcune iniziative, tra cui un non meglio definito: "progetto di aiuole letterarie", che, almeno nella nomenclatura, mi sembrò ricordare i miei precedenti suggerimenti.

- etc..

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Nel Luglio 1999 presentai al Ministero delle Poste un progetto volto a rendere certo, non più solo l'invio e il ricevimento di una lettera (cosa già possibile ai tempi con la raccomandata a/r), ma anche il contenuto della stessa, attribuendo al contempo data certa ai documenti spediti.

Si trattava di dotare almeno uno sportello postale di ogni città di una macchina "risucchia" fogli, dove una volta che l'utente vi avesse inoltrato il proprio documento al fine di farlo pervenire all'operatore, l'apparecchiatura ne avrebbe fatto una copia e, allo stesso tempo, avrebbe timbrato quest'ultima e l'originale, restituendo all'utente la copia timbrata, dandogli così testimonianza di ciò che aveva spedito.

In seguito al mio progetto ricevetti una risposta da parte di Poste Italiane S.p.A. in cui mi fu comunicato che tali soluzioni non rientravano all'epoca nei loro progetti strategici.

Successivamente, a distanza di alcuni anni, si arrivò via via:

1) al servizio Posteitaliane.mail@, antesignano dell'attuale posta certificata;

2) all'introduzione del servizio "certofax" (sempre da parte di Poste Italiane);

3) alla posta certificata, attualmente in uso, che può aggiungere la certificazione del contenuto del messaggio.


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Nel 2008, pensando alle auto orientali e più in generale a marchi in ingresso in segmenti nuovi (che avrebbero potuto generare un'iniziale diffidenza), suggerii, per il tramite di lettere raccomandate e previa autentica, ad un costruttore di auto italiane e ad un grosso importatore italiano di veicoli stranieri, una strategia in grado di portare ai loro marchi e modelli una visibilità gratuita e una testimonianza di qualità, percepibile: più come notizia, che come mera pubblicità.

A) Come primo step: le aziende più sopra accennate avrebbero dovuto fornirmi, in comodato d'uso gratuito, per un periodo complessivo di due mesi, un loro modello d'auto S.u.v..

a1) nel primo mese, questo veicolo (o al limite più veicoli uguali) avrebbe riportato, lungo le fiancate, la dicitura:

"Tra un mese saprete", al fine di creare attenzione e suspence.

a2) nel secondo, o nei successivi mesi, le scritte sarebbero state: "Funziona che è una meraviglia".

Sorvolando su altre considerazioni che troverete nella versione estesa, la forza della notizia sarebbe derivata dal fatto che non si trattava della solita strategia di un'agenzia pubblicitaria, ma dell'iniziativa di un singolo ingegnoso privato cittadino, che desiderava un'auto nuova e che aveva trovato un metodo per ottenerla gratis.

Proprio la componente privatistica dell'attore avrebbe fornito maggiore credibilità alla testimonianza di qualità. Un valido esempio quindi di c.d. brand advocacy (passaparola).

B) Quale ulteriore strategia suggerii che l'auto dotata di scritte "Funziona che è una meraviglia" sarebbe potuta andare in tour presso tutte le regioni italiane, venendo estratto, di volta in volta, tra gli avventori di manifestazioni locali (e in eventuale abbinamento alla concessione di una vacanza gratuita per due persone in una data località), la possibilità di un suo utilizzo gratuito per quindici giorni.

C) Alla scadenza dell'anno, come colpo di coda della strategia, suggerii la donazione del veicolo (con le scritte) ad un ente benefico che poteva essere assegnato, attraverso un bando, all'Associazione che più si sarebbe avvicinata nell'individuare il numero di Km percorsi dall'autovettura, in modo da evidenziarne il valore e, ancor più, il fatto che li avrebbe percorsi senza problemi.

Alla scritta d'origine ("Funziona che è una meraviglia") l'associazione avrebbe potuto far aggiungere la dicitura: "donata da…"


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Di seguito, ai punti A, B, C, D, E, F, alcune mie soluzioni pubblicitarie, e non solo, che ho ideato per la maggior parte nel luglio 2010, ed alcune, più recenti (anch'esse autenticate), che ho inoltrato tutte all'attenzione, via raccomandata, del dottor Sergio Marchionne (A.D. Fiat) in data 30 agosto 2011.

Ai punti G, H, I, L, figureranno invece alcune mie soluzioni pubblicitarie e di marketing che ho inoltrato ad Opel e a Dacia il 04 novembre 2012.

A) L'immagine raffigurata nella figura che segue è un'auto nuova, con indosso un grosso pannolone.

LO SLOGAN è, come visto:

FIAT   X X X
Talmente bella e nuova
che non la cambieresti mai.

B) Possibile anche (riprendendo, però, in tal caso soluzioni che, come segnalai, mi parevano già esistenti) dare vita ad una pubblicità precedente a quella vista sopra, in cui mostrare l'auto qualche tempo prima in gestazione dentro una sorta di placenta, ricevendo tutti gli elementi di cui necessita un veicolo. In tal caso lo slogan potrebbe essere:

" Tutte le cose migliori
necessitano di tempo per
essere messe a Punto
"

(termine, quest'ultimo, particolarmente appropriato se si volesse reclamizzare una nuova versione del noto e omonimo modello).

C) Facendo una piccola divagazione, credo che anche il termine Virgola sia simpatico come nome per un’auto dalle piccole dimensioni, magari per una futura auto elettrica che rappresenti un nuovo inizio, ma pur sempre nel segno di una continuità nella qualità e mantenendo un legame con i veicoli tradizionali.

D) Possibile, ancora, tornando a più sopra, una campagna istituzionale in cui riportare tutti i modelli Fiat con sul retro, sempre indossati, i pannoloni e la dicitura: "Fiat Auto: talmente belle e nuove che non le cambieresti mai".

E) Nulla toglie, ancora, che in certe circostanze possano essere messi in esposizione uno o più modelli di auto con indosso veramente dei grossi pannoloni. L'evento potrebbe essere sponsorizzato simpaticamente, e con finalità comuni, da un'azienda del settore igiene e infanzia. Un possibile slogan, al riguardo, potrebbe essere:

Fiat e XXX adatte a chi ha
cura dei propri piccoli

Nel caso di Fiat, o di altra casa automobilistica, lo scopo sarebbe ovviamente anche quello di esaltare la sicurezza dei rispettivi veicoli nei confronti degli infanti.

F) Da segnalare, per contro ed ancora, una possibile e speculare ipotesi di sfruttamento della mia immagine dell'auto con un pannolone, con riferimento in tal caso alle auto elettriche o a metano, che potrebbero difatti essere reclamizzate come auto che: non necessitano più del pannolone (nel senso che non impiegano più carburanti liquidi).

Al contempo, con riferimento ad auto dotate di alimentazioni più tradizionali, l'invito potrebbe essere quello di cambiarle.

Un esempio di slogan potrebbe essere:

"Se la tua auto soffre
di incontinenza
è ora di cambiarla".


Il ricorso al colore giallino nell'immagine non è casuale.


A proposito d’impacchettamenti, come non ricordare anche la campagna di “parking marketing” posta in atto da Fiat in aprile 2014 che ha suscitato grande clamore, e che ricorda, anche se solo lontanamente, i miei suggerimenti di oltre due anni e mezzo prima che, però, avevano altro scopo e natura.

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Il 04 novembre 2012, via pec, all'attenzione di Renault Italia e di Dacia, al fine di ottenere in premio una loro autovettura, gli suggerii le seguenti soluzioni:

G) In primo luogo, con riferimento ad una pubblicità della Dacia Duster che terminava con lo slogan:

“ma potevi spendere di più”

al fine di esaltare la convenienza nel prezzo del loro modello di auto, rispetto ad altri simili, gli suggerii che in una nuova versione della pubblicità il protagonista avrebbe potuto rispondere alla fidanzata:

“ma io ho speso di più,
(con gli stessi soldi che avrei
speso per prenderne una simile)
ne ho prese due,
una anche per te”

(l’immagine avrebbe così mostrato
due autovetture di colori diversi)

possibile, anche come suggerii, aggiungere la seguente ipotesi:

“e ti ho preso anche questo”
(un anello)

in tal caso, il claim conclusivo avrebbe potuto essere:

“e vissero felici e motorizzati”

(riguardo quest’ultima frase, segnalai che
mi sembrava familiare ma, anche, che forse
si trattava solo di una mia impressione)

H) In un’altra possibile versione di questa pubblicità, il protagonista, oltre a segnalare di avere acquistato due autovetture, avrebbe potuto sottolineare:

“e quest’anno,
con i soldi risparmiati,
ho pagato pure le tasse”

e lei avrebbe potuto concludere
lo spot con la frase:

“Sei il mio eroe”.

I) Al fine poi di suscitare un’enorme attenzione sui loro modelli gli suggerii, anche, di prevedere, per un breve lasso di tempo, uno sconto sul prezzo di acquisto delle loro autovetture a beneficio di chi poteva dimostrare di aver pagato più tasse rispetto all’anno precedente, avendo dichiarato un maggior reddito imponibile.

Parafrasando Oscar Wilde nel caso della Dacia avrebbero potuto usare anche il claim:

“So resistere a tutto,
tranne che a una Dacia”

L) Come idea dell’ultimo secondo gli suggerii anche quanto segue:

Per comprarsi una supercar
oggigiorno vi sono due
sole possibilità:

- non pagare le tasse

- mangiare cipolle

Nessuna delle due conviene.

Nel primo caso si sarebbe potuto mostrare un evasore arrestato; nel secondo, una persona che fa il vuoto attorno a sé, perché ha l’alito che sa di cipolla.

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Al Ministero della Pubblica Istruzione, nel Luglio 1999, e successivamente al Senato, inoltrai, via raccomandata, una mia proposta volta a migliorare l'apprendimento delle lingue estere da parte dei nostri studenti.

A) Si trattava di far comunicare tra loro, in videoconferenza e in orari di scuola, studenti di nazionalità diverse su argomenti che rientravano nell'ambito dei rispettivi studi
(es. vendita e acquisti nel commercio; etc...).

Tra i vantaggi ottenibili:

  • possibilità da parte degli studenti di dialogare e corrispondere in maniera individuale e interattiva con soggetti madrelingua;

  • maggior componente di "divertimento" e stimolo nell'apprendimento delle lingue;

  • possibilità di nascita di amicizie transnazionali che, verosimilmente, potrebbero essere coltivate anche al di fuori dell'orario di scuola favorendo un ulteriore apprendimento delle lingue estere e la possibilità di un vero e proprio incontro fisico tra i ragazzi;

La mia proposta sembrò trovare alcune simili e successive sperimentazioni, che mi auguro diverranno presto pratica diffusa. Specialmente ora che che le tecnologie (che non sono più quelle di fine anni '90, quando presentai il progetto) consentono realmente dialoghi in tempo reale, senza alcuna attesa.

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B) Al fine, poi, di realizzare un secondo progetto, consistente nella creazione di un sito banca dati internazionale in grado di accogliere e gestire le adesioni di scuole, università e privati interessati a sperimentare questa nuova metodologia d'apprendimento, mi rivolsi, nel novembre 1999, ad un istituto della mia provincia.

Nonostante l'ampio consenso ottenuto, al termine di una serie di incontri, constatammo che le risorse a disposizione di questa struttura non erano sufficienti.

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A fine ottobre 2005 (quando l'accesso ad internet da telefonia mobile era pressoché inesistente) avendo riscontrato l'inadeguatezza delle vecchie segreterie telefoniche rispetto alle esigenze di una Multisala cinematografica, che doveva rendere conto di 10 o più film in programmazione, con quattro orari differenti ciascuno, suggerii (previa autentica) ad una multinazionale della telefonia:

  • A) di dare la possibilità ad un utente di conoscere se e in che orari era in programmazione un film di suo interesse, semplicemente inoltrando un sms ad un dato numero e specificando: titolo del film, o in alternativa: uno degli attori principali; il regista; al limite il genere di interesse, ricevendo in cambio un sms di risposta con l'orario di programmazione.

Nel novembre 2006 suggerii alla stessa multinazionale anche:
  • B) la possibilità per gli utenti di ricevere, via sms, digitando ad esempio la dicitura: "films in programmazione" o una simile, l'elenco completo degli stessi, e guardando al futuro, nel caso di chi avesse attivato un servizio umts, anche ed eventualmente i loro trailers. O, ancora, la possibilità di conoscere la data di uscita di un dato film.

  • C) la possibilità di ottenere, da un numero centralizzato, indicando il nome di una città e la dicitura ad esempio: "multisala", la denominazione, l'indirizzo e il numero di telefono delle multisale presenti in quella zona.

    Si trattava, quindi, anche in tal caso di un primo esempio, se vogliamo, di applicazione dei criteri della geolocalizzazione, che, sebbene condizionato dagli strumenti disponibili dell'epoca, ritengo ne abbia, anch'esso, al pari della mia ancora più precedente soluzione inerente il meteo, preceduto in qualche modo l'avvento come lo conosciamo oggi.

    In base alle notizie che sono riuscito a scovare, la prima realizzazione concreta di applicazioni mobili relativamente simili a quelle che ho ideato e descritto ai punti: A, B e C (le mie difatti erano accessibili da qualunque telefono in grado di inoltrare sms; mentre quelle di cui dirò erano riservate ad una fetta marginalissima dell'utenza allora dotata di connessione wap) furono successive di oltre un paio di anni.

    Si trattava delle applicazioni: "quale teatro mobile", lanciata il 10 settembre 2007, e di "trovacinema mobile" lanciata pochi mesi dopo quest'ultima, e precisamente il 14 novembre 2007
    .

  • D) Alla luce di quanto descritto al punto sopra, oltre ad aver probabilmente anticipato, in qualche modo e in linea di massima, i servizi di geolocalizzazione, credo anche di aver anticipato la successiva tendenza e nascita di siti, etc. che forniscono agli utenti risposte di ogni tipo, in cambio di pubblicità.


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Sui temi dell'editoria ho elaborato e fornito (previa autentica) diverse soluzioni, tra queste:

A) nel gennaio 2006, ad una multinazionale della telefonia, suggerii un nuovo servizio rivolto alla piccola editoria e agli scrittori in erba, volto a superare il fenomeno dell'editoria a pagamento.

A fronte della predeterminazione del prezzo di un libro, si trattava di dare la possibilità allo scrittore di far inviare sms, del valore di un quarto del prezzo, da amici e conoscenti, ad un dato numero di competenza della casa editrice, volto a rappresentare un anticipo e, ancor più, l'intenzione di prenotare il futuro acquisto del manoscritto, una volta pubblicato.

Il numero minimo di sms e il tempo entro cui procedere alla raccolta poteva essere fissato secondo l'accordo delle parti
(es. 200, nel termine di 6 mesi), con facoltà dello scrittore d'integrare l'eventuale parte mancante, pur di arrivare alla tanto agognata pubblicazione.

Nel caso del raggiungimento della soglia di sms minima, un successivo sms avrebbe informato tutti gli aderenti circa la data e il luogo dove poter ritirare il libro o, guardando alla situazione attuale, dove poter scaricare il libro elettronico, pagando in entrambi i casi, sebbene con possibili diverse modalità, la differenza rimasta da saldare.

Allo scrittore sarebbe spettato l'obbligo di acquisto per l'importo rimanente delle copie di chi non avesse onorato il proprio impegno all'acquisto.

Nei casi di mancato raggiungimento del numero minimo di sms convenuto, il software al termine del periodo prefissato sarebbe dovuto essere in grado di riaccreditare automaticamente le somme a suo tempo versate dagli aderenti.

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Questi, in definitiva, paiono essere in qualche misura alcuni dei principi in embrione alla base di quelle che oggi conosciamo come Piattaforme c.d. di Crowdfunding che hanno assunto via via una crescente notorietà e visibilità solo a partire dal 2012 con il "Jobs act" di Obama che ne ha favorito l'impiego.

Le due più note piattaforme sono: Indiegogo del 2008 e Kickstarter del 2009; mentre le mie soluzioni, come quella sopra e quella riferita all'energia eolica, vista in altra parte, risalgono ad alcuni anni prima, rispettivamente al 2006 e al 2003.

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B) Nel lontano anno 2003 (quando l'interazione tra i cellulari e il web erano inesistenti o comunque sia poco diffusi e alla portata di pochissimi) come corollario ad un'altra mia soluzione, suggerii a due redazioni Mediaset una misura volta a dare la possibilità ai lettori di inoltrare un sms (quindi un messaggio elettronico), dal costo di pochi euro, con indicato un indirizzo e-mail sul quale avrebbero ricevuto, in cambio, un libro in versione elettronica, ai tempi leggibile solo da pc (non esistevano difatti, ancora, lettori e-book o tablet come l'Ipad e simili).

Una soluzione che segnalai come applicabile anche a tutte le altre categorie merceologiche trasmissibili per via telematica (film, musica, etc...).

A distanza di molti anni (fonte: Jack maggio 2011) inviando proprio un messaggio elettronico con indicato un indirizzo e-mail, al pari di quanto ipotizzai in tempi lontani e non sospetti, definendo all'epoca tali misure come innovative, divenne possibile prestare un libro ad un terzo che lo avrebbe ricevuto per un certo periodo di tempo.

Allo stesso modo credo sarebbero fattibili la vendita e l'acquisto (che può essere anche un regalo, indicando semplicemente l'email di altra persona) o il noleggio a pagamento, comportando in tali casi i previsti addebiti nel momento in cui si effettuerebbero tali richieste, come previdi appunto molti anni addietro.

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C) Un'altra mia soluzione, più recente rispetto alle altre, riguarda il fenomeno degli e-book ed era volta a contrastare, almeno in parte, il fenomeno della pirateria.

Si tratta di dar corso alla pubblicazione in formato elettronico di un manoscritto solo quando questo raggiunge un numero prestabilito di pre-vendite, fissato, diverso, a seconda: dell'autore, del tipo di libro e del livello di vendite atteso.

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D) Di una quarta mia soluzione, attinente sempre l'editoria, ho già parlato in un punto precedente, dove ho citato le mie soluzioni inerenti gli abbonamenti a quotidiani e riviste, per i quali suggerivo il ricorso a tesserine pre-pagate e ricaricabili, etc...

Soluzioni che, come ricorderete, hanno trovato successiva attuazione in Francia.

E) In ultimo, in merito sempre ai temi dell'editoria e con riferimento, in tal caso, alla mia città, suggerii a diversi soggetti la possibilità di dare vita ad una collana di libri di autori locali, da abbinare a quotidiani, anch'essi locali.

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Considerato che al ritorno dalle vacanze una delle prime cose di cui si sente la mancanza è una colazione tipica da albergo, nella quale riveste un ruolo di primo piano il burro a temperatura ambiente da spalmare sul pane con sopra la marmellata.

A) Come prima soluzione (via raccomandata e via mail, e sempre previa autentica) suggerii, a cavallo tra il 2008 e il 2009, ad alcune case produttrici di caffé che, in futuro, nelle loro macchinette a noleggio, rivolte alle famiglie, prevedessero un alloggiamento ove sistemare una o più confezioni di mattoncini di burro, rendendone così più agevole e piacevole il consumo.

I rispettivi distributori su piazza avrebbero potuto offrire anche questo nuovo articolo (burro in panetti), arricchendo la gamma già in essere, e, magari, anche confezioni monodose di marmellata, con probabili vantaggi per tutti e a più livelli.

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B) Ad un'altra casa produttrice, nel 2009 (sempre via raccomandata), suggerii anche le seguenti due soluzioni che erano volte a superare, in maniera differente, un problema presente in generale nelle macchinette per l'espresso. Ossia l'acqua stagnante al loro interno, usata per preparare i caffè.

b1) La mia prima ipotesi riguardava e riguarda soprattutto le nuove cucine, e consiste nel collegare direttamente alla rete idrica le macchinette da caffè espresso in modo da evitare che l'acqua sia presa da vaschette pre-riempite. Per ovvie ragioni le macchinette collegate alla rete idrica avrebbero dovuto essere facilmente intercambiabili e disponibili in molteplici colori con placche anch'esse facilmente intercambiabili.

Commercialmente parlando, questa prima soluzione avrebbe anche il vantaggio di legare in qualche modo il consumatore al consumo di cialde, rendendogli, poi, più difficile abbandonare tale scelta.

Una grossa azienda produttrice di cialde e macchinette, molti anni dopo, diede vita con successo ad una macchinetta con cover intercambiabili in vari colori, proprio come suggerii a suo tempo e come figurava, già, specificato in questo mio sito.

b2) La mia seconda soluzione richiederebbe invece al consumatore un compito in più, che credo non sarebbe comunque sgradito ai soggetti più attenti agli aspetti salutistici, e consiste semplicemente nel dare vita ad un modello di macchinetta di caffè espresso che presenti solo i necessari tubicini per aspirare l'acqua, e che sia privo, quindi, di un contenitore pre-ordinato per la raccolta della stessa.

Tale contenitore, nel momento in cui si deciderà di consumare il prodotto, potrà essere, di volta in volta, sostituito dal consumatore con un qualsiasi recipiente (bicchiere o altro) facente parte delle normali stoviglie.

In entrambi i casi le dimensioni degli elettrodomestici ne risulterebbero decisamente più contenute.

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C) In ultimo sottolineo come nel caso della Lavazza suggerii anche alcuni spunti pubblicitari, che, a mio avviso, ben si prestavano alla comicità dell'allora trio: Laurenti - Bonolis - San Pietro.

Il duo comico, ad esempio, mostrato alle prese con il taglio del burro gelato, avrebbe potuto dire a Pietro: "A Pie' ci servirebbe: un bisturi, una fiamma ossidrica ….." e quest'ultimo avrebbe potuto rispondere: "Che !! vi hanno messo ai lavori forzati ?".

In seguito Pietro avrebbe potuto sorprenderli nel bel mezzo delle operazioni di taglio e scioglimento del burro, un po' come fossero in una fonderia, e intervenire dicendo:

"Ma che fate ?  
per questo c'è la nuova
Lavazza Burro e Caffè".


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In linea con il pensiero di Erasmo da Rotterdam, secondo cui:

"La vera saggezza risiede in una lungimirante follia"

e a dimostrazione che anche una battuta può far girare l'economia, vi porto all'attenzione una mia soluzione che, previa autentica, suggerii, via raccomandata e via mail, a diverse aziende produttrici di tè verde e di integratori, a cavallo tra il 2008 e il 2009.

Si trattava di un marchio: accattivante, facile da ricordare, con il pregio, specie nel caso degli integratori, di richiamare:

  • sia l'equivalente in "numero di tazze di tè" fornite dal principio attivo contenuto in ogni pillola o bustina;

  • sia un intramontabile modo di dire, da tutti conosciuto ed amato; rispolverato, all'epoca dal nostro Premier in un incontro con il cancelliere tedesco Angela Merkel.

Il marchio da me ideato e suggerito era:

  " S E T T E     T E' "

La campagna pubblicitaria (alla luce degli avvenimenti più sopra descritti) avrebbe potuto vedere, nel caso di una bevanda classica, una confezione di tè sbucare all'improvviso da dietro qualcosa (ad esempio un orologio a cucù, allo scoccare delle ore 17), accompagnata dall'esclamazione "CUCU'" e seguita, subito dopo, dallo slogan:

"Sette tè: il tè
  delle grandi occasioni"

la grande occasione
per sentirsi bene

(considerato che il principio attivo contenuto in una pillola/bustina, nel caso degli integratori, era forse esattamente pari all'assunzione di 6 tazze di tè, un nuovo marchio potrebbe essere anche " SEI TE' " seguito dallo slogan: Sei te che ti vuoi bene)

Un ringraziamento particolare va all'allora A.D. della Pepsi Cola (proprietaria insieme ad Unilever del marchio tè Lipton) in quanto, sebbene il prodotto non rientrasse nei loro piani produttivi e di marketing, mi ha comunque risposto nel seguente simpatico modo, intelligente ed in linea con il testo della mia missiva con cui feci riferimento ad Erasmo da Rotterdam, ossia:

" .... rimaniamo comunque sempre disponibili a valutare idee frutto di lungimirante follia".


Non è un caso difatti che la Pepsico Italia fosse risultata da una indagine dell'epoca una delle dieci aziende dove i lavoratori stavano meglio.

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Al Commissario Straordinario dell'Expo 2015 e prima ancora all'Unicef (feb. 2006), previa autentica, suggerii il mio progetto "La moltiplicazione dei fiori in pani" teso a realizzare una sorta di piccolo miracolo (che forse, per certi versi, indirettamente e in misura traslata, sono persino riuscito a realizzare).

Prima di passare alla descrizione del mio progetto segnalo, difatti, come l'efficace e brillante iniziativa Unicef: "Per ogni bambino nato, un bambino salvato" (in base alla quale le amministrazioni regalano una pigotta ai bambini nati nel corso di un dato anno) possa, forse, aver tratto ispirazione proprio da una rielaborazione speculare del mio progetto di cui dirò.

Difatti, e se non erro, i primi a ricevere in dono una pigotta nel 2007, furono proprio i bambini nati nel 2006 (e il mio suggerimento lo ricordo era proprio del febbraio 2006, ossia di un anno prima rispetto alla prima consegna avvenuta, come detto, nel 2007).

Se così fosse, e come spesso accade, si tratterebbe di un'ulteriore attestazione che i miei progetti, in un modo o nell'altro, finiscono con l'avere risvolti positivi per le comunità.

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Entrando nel vivo, obiettivo del mio progetto originale era raccogliere fondi da devolvere ad iniziative caritatevoli.

A mio avviso, il mio progetto (di cui ora dirò) a differenza di quel che potrebbe sembrare (per i motivi che andrò a spiegare) non influenzerebbe più di tanto il settore della floricoltura. Possibili comunque eventuali compensazioni.

Il presupposto alla base della mia strategia è che da molto tempo quasi tutti acquistano fiori di stoffa finti per i cimiteri. Pochissime le persone che li acquistano freschi. Del resto (tralasciando per un attimo il valore simbolico, che comunque nella mia soluzione verrà non solo mantenuto, ma anche potenziato) pochi di questi tempi possono permettersi spese extra.

La strategia consiste nell'instaurare (attraverso una facile campagna di sensibilizzazione) l'usanza di sostituire (in realtà come vedremo l'effetto più probabile sarà quello d'integrare) nei cimiteri, al posto dei fiori di stoffa (comunque finti) - o, al limite, di quelli freschi - un fiore di legno (trattato per resistere alle intemperie) venduto, diverso di anno in anno, con indicato l'anno di riferimento, il cui ricavato andrebbe totalmente o in gran parte al finanziamento di programmi di alimentazione per le aree in difficoltà.

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NB a mio avviso, come anticipato e con ogni probabilità, il mercato dei fiori freschi non dovrebbe risentire di tale misura, in quanto chi aveva denaro per acquistarli seguiterà a farlo. Allo stesso tempo, credo avrà comunque piacere ad acquistare, una volta all'anno, anche un fiore di legno per una nobile causa.


Allo stesso modo chi è abituato ad acquistare fiori di stoffa finti, sostituendoli poniamo una volta all'anno, è più che probabile che continui ad acquistarli, affiancandoli al fiore di legno che avranno comunque piacere ad acquistare, date le sue finalità umanitarie.

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Sorvolo su altre importanti questioni e aspetti che troverete descritti nella versione estesa.

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Nell'ottobre 2006, previa autentica nella data delle soluzioni che fornii, presentai ai vertici ACI un progetto volto a decongestionare il traffico mediante incentivi di natura non economica.

Si trattava, e si tratterebbe, di scontare, a quei dipendenti che sono soliti o che decideranno di recarsi al lavoro a piedi, o utilizzando mezzi pubblici (esibendo in tal caso l'abbonamento; mentre per i primi installando eventualmente sulle loro autovetture localizzatori satellitari*) il numero di minuti (fissato a forfait, poniamo di 10 in entrata e 10 in uscita) che impiegano in più per raggiungere il posto di lavoro (* questi congegni potrebbero inoltre fare ottenere a queste persone polizze assicurative scontate).

Tale soluzione, se applicata (almeno nei comparti del pubblico impiego), comporterebbe:

- una riduzione del traffico a beneficio di quegli utenti che davvero sono impossibilitati ad usare i mezzi pubblici o ad andare a piedi (i quali beneficerebbero, comunque e difatti, anch'essi di un recupero di minuti dovuto al minor tempo di percorrenza);

- una spinta al movimento per altri cittadini, con benefici sulla salute pubblica;

- una riduzione dei livelli d'inquinamento per tutti; influendo nuovamente positivamente sui bilanci della spesa sanitaria.

- un miglioramento dei bilanci delle aziende di trasporto pubblico, a vantaggio delle comunità;

- una diminuzione del prezzo della benzina, per via della minor domanda.

Due anni dopo i miei suggerimenti (fonte: La Nazione 14/09/2008) ho letto che in Olanda si stava conducendo un test che, oltre a pagare i cittadini per lasciare a casa l'auto e concedergli sconti sui biglietti ferroviari, gli venivano riconosciuti, anche, come da me in qualche misura ipotizzato precedentemente, orari di lavoro più flessibili.

Da segnalare, anche, come, sempre nel 2008, fu possibile scaricare le spese sostenute per abbonamenti al trasporto pubblico locale riferiti al 2007 (successivamente quindi alla mia proposta che andava anch'essa ad incentivare gli spostamenti a piedi o con mezzi pubblici).

Tanto per dare un dato, uno studio, citato in un'intervista pubblicata su Panorama del 26/08/2010, sostiene come la diminuzione del 10 % delle malattie cardiovascolari determini un aumento del Pil dell'1%.


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Riguardo ai temi della mobilità, in senso lato, al Comune della Spezia il 12 gennaio 2001, all'interno di un mio progetto più complesso denominato: "Videosocializzando in questo noioso e indifferente mare", suggerii, con lettera protocollata (e previa autentica):

A) di dare vita ad un data base di giovani, appositamente selezionati
(in grado di fornire quindi adeguate garanzie), disposti ad accompagnare sul territorio turisti coetanei (ad esempio la sera nei locali da ballo con la loro vettura, o in barca etc.). Liste consultabili, anche, anticipatamente via internet.

Un'idea di fondo che mi venne in mente, già intorno al 1989 (o 1990, non ricordo bene), durante comunque un mio viaggio con amici ad Amsterdam, dove mi sarebbe piaciuto poter andare a vedere le dighe, e pensai che se uno avesse avuto degli amici nei vari posti, avrebbe potuto vedere molte più cose.

Tre anni dopo il mio suggerimento del gennaio 2001 fu presentato un progetto, a mio avviso simile, denominato di "mobilità integrata", ad opera dell'Università di Parma, in collaborazione con la Statale di Milano.

Quest'altro progetto fu criticato da coloro che svolgevano la professione di guida, sostenendo ci volesse un'apposita licenza per poter esercitare certe funzioni.

Nella concezione del mio progetto: l'attività e la professionalità delle guide non era invece e comunque certo messa in discussione, nessun gruppo di diciottenni/ventenni credo abbia mai ingaggiato una guida, che potrebbe essere loro nonno, per farsi portare in barca o la sera nei locali da ballo, raggiungibili solo in auto.

B) Alla luce di queste osservazioni, il mio suggerimento al Comune della Spezia del 05 febbraio 2004 (il secondo, quindi, a distanza di tre anni dal mio primo, sempre su questi temi) fu:

- d'istituire, per legge, un patentino per accompagnatore turistico rivolto agli under 25, i cui requisiti fossero soprattutto: l'affidabilità e la simpatia.

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NB Da segnalare, anche, come nel 2010, circa dieci anni dopo rispetto alla mia ideazione e ai miei suggerimenti del 2001, vide la luce il sito www.triptrotting.com (definito nella rivista Jack n°144 del giugno 2012 come una delle migliori idee legate al settore del turismo in perfetto stile 2.0.) che sembrò proprio ricordare i principi e l'impostazione che diedi alle mie soluzioni (dato che già allora previdi, anche, una possibilità di consultazione e scelta delle guide on line).

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NB Allo stesso modo, il consentire, specie a giovani non patentati, la visita di luoghi altrimenti difficili da raggiungere (magari la sera) sfruttando passaggi su mezzi di locomozione di altri che si erano resi, anticipatamente, disponibili a farlo, a poco o nullo prezzo, ricorda in qualche misura i principi alla base di Bla Bla Car e di Uber che sorsero rispettivamente nel 2004 e nel 2009 e, quindi, molti anni dopo i miei suggerimenti.

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Sempre il 12 gennaio 2001, al Comune della Spezia, in alternativa o in combinazione alla soluzione di cui al punto precedente, suggerii che si sarebbero potuti organizzare pullman gran turismo, in collaborazione con l'Azienda di trasporti locale, in grado di prelevare i turisti siti in città e nelle località balneari limitrofe (ad esempio Lerici e Portovenere) per accompagnarli la sera nelle rinomate discoteche della Versilia, etc... Il tutto reclamizzandolo anticipatamente nei vari pacchetti turistici.

Ciò non avrebbe influito negativamente sul turismo, in quanto: nella nostra provincia, all'epoca, non esistevano sostanzialmente luoghi per ballare; un ragazzo avrebbe potuto sfruttare tale opportunità un giorno, o forse due, e negli altri si sarebbe trovato in loco e si sarebbe complessivamente divertito, facendo ottimo passaparola.

Cinque anni più tardi, nella mia provincia, fu fatta una proposta analoga di trasporto con finalità, in tal caso, però di protezione dei ragazzi dai rischi della guida sotto l'effetto di alcool. Erano i tempi del guidatore designato.

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A) Tornando a parlare del mio progetto molto articolato “Videosocializzando in questo noioso ed indifferente mare”, che ricordo presentai con lettere protocollate e previa autentica al Comune della Spezia e di Pisa nel gennaio 2001 (e a quello di Genova nel febbraio 2001), mi pare anche di aver idealmente anticipato, seppur solo in qualche modo, anche alcuni altri servizi, come ad esempio (sempre rimanendo nel campo dell'amicizia), Facebook, che sorse solo nel 2004, ossia tre anni dopo.

Servizio quest'ultimo però che, a differenza del mio che era volto nella sua concezione d'origine ad unire più singoli individui con interessi comuni, è volto più ad unire gruppi di persone, sempre con medesimi interessi.

Se parliamo invece di aspetti legati più a questioni amorose (un'altro tema che avevo trattato sempre nel mio progetto del 2001) va rilevato che il noto Meetic, che sorse un anno più tardi (nel 2002), mi pare adottò la selezione in base a interessi comuni (da me invece da subito ipotizzata) solo dal 2008.

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Seguono nella parte virgolettata le parti salienti del mio progetto originale (che al momento risale ad oltre quindici anni fa), inerenti le tematiche in parte anticipate, avendo a mente anche che, nella parte riferita al turismo, di cui ho già parlato in altro punto, previdi proprio la possibilità di una consultazione via internet:

“Il mio progetto sul piano delle relazioni interpersonali, e specificatamente dell’amicizia, origina dalla consapevolezza che molte persone (a volte anche coppie) di qualunque età, dai giovanissimi agli ultraottantenni, si ritrovino talvolta, per un motivo o per l’altro, a fare i conti con una spesso velata, ma non per questo meno triste solitudine. Mentre in realtà vorrebbero instaurare nuovi rapporti di amicizia al fine di condividere momenti di svago e di tempo libero.

Allo stesso modo, sul piano dell’affettività origina dalla consapevolezza che molti si ritrovano legati, fidanzati o sposati a qualcuno senza aver avuto in effetti la possibilità di conoscere minimamente: caratteri, opinioni, interessi, abitudini, etc. di molte altre persone, che magari sarebbero stati per loro miglior compagni di vita o di percorso.

Attraverso uno strumento come il videomessaggio, gli utenti avrebbero la possibilità di conoscere almeno a grandi linee: l’aspetto fisico, il “carattere”, gli interessi, le opinioni e le abitudini di molteplici altre persone scegliendo poi tra esse quelle che più gli sembreranno vicine alle loro possibilità e ai loro desideri .......

I servizi di base consisteranno - nella possibilità di realizzare un proprio videomessaggio di presentazione - nella possibilità di consultare gli archivi dei video messaggi; - nella possibilità di scegliere tra essi, ogni trimestre, quelli corrispondenti a tre persone che si pensa possano fare di più al caso loro - nel diritto ad essere avvisati, tramite sms, e-mail o telefono, del fatto di essere stati prescelti da qualcuno - nella conseguente successiva possibilità di prendere visione del videomessaggio di presentazione di coloro che li avranno prescelti ......".

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B) Avendo appena parlato d'ncontri e di coppie, segnalo come un provvedimento, definito come novità, incluso nella manovra economica del governo dell'estate 2011, ridefinito sinteticamente, ma un po' antipaticamente, come "norme antibadanti", è sembrato riprendere in buona misura miei principi che autenticai e suggerii quattro anni prima.

E precisamente: il 06/08/2007, via raccomandata, all'ex Ministro della Previdenza e del Lavoro Cesare Damiano, e sucessivamente, via mail, il 29/08/2008, al Ministro Cesare Sacconi che invitò i cittadini a fargli pervenire suggerimenti per il c.d. libro verde, che riguardava gli aspetti previdenziali.

Leggendo i miei progetti, in particolare, si possono scorgere calcoli, anche complessi, tesi ad allungare la vita lavorativa, e quindi ad incrementare i contributi versati e a ritardare l'accesso alla pensione, di alcune persone in misura proporzionale alla differenza d'età rispetto al loro coniuge. Il fine era evitare, ad esempio, che una ventenne sposasse un novantenne e poi godesse di una pensione di reversibilità per tutta la vita.

Ancora, all'interno dei miei progetti, ipotizzai anche una possibilità di riduzione dell'assegno di reversibilità in certe casistiche, legate sempre alla differenza di età tra coniugi.

Le norme approvate nella manovra economica del governo dell'estate 2011 hanno affrontato, mi pare, sostanzialmente gli stessi problemi, prevedendo in particolare, e se non erro: una riduzione dell'assegno di reversibilità, come ipotizzai precedentemente, e veri e propri casi in cui questo non viene proprio concesso.

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Con riferimento al Comune della Spezia, nel luglio 2000, elaborai e presentai (previa autentica e con lettera protocollata) una mia progettazione della sua Piazza del Mercato che avrebbe conciliato così: funzioni commerciali e funzioni di svago.

Il mio progetto, che fu apprezzato dall'Amministrazione Comunale, prevedeva:

    A) l'impiego di una sorta di trenino (da me ideato) con vagoni/banconi elettrici, caratterizzati, soprattutto, dall’avere le forme dei vari prodotti (es. gruviera; pesce; michetta di pane; etc.) - vedi figura 1;

fig. 1


    B) la parziale copertura del canale Lagorà (situato nei pressi della piazza) - vedi figura 2 -, al fine di creare un punto di sosta, partenza e ritorno del trenino -.   Nonché, il ricorso ad alcuni vagoni consistenti in pedane, al fine di facilitare gli spostamenti tra una fila e l'altra del mercato.

fig. 2

Nell’area prospiciente la sosta del trenino avevo anche previsto, successivamente, per ciascun venditore e in fronte al proprio vagone/bancone, locali di disimpegno dotati di pannelli solari volti allo stoccaggio e alla conservazione dei prodotti venduti, e aree di sosta per i loro furgoni provenienti dai mercati generali.

Da segnalare, ad esempio, il successivo esperimento c.d. di rail shop (in piccola parte analogo al mio) nato dalla collaborazione tra le Ferrovie Elvetiche e una grossa catena di supermercati italiana (la seconda in Svizzera), che ebbe vita solo pochi mesi dopo la presentazione del mio progetto.

Si trattava di una sorta di supermercato su rotaia, composto da due vagoni agganciati ai convogli interregionali, in servizio tra Zurigo e Berna, dove i pendolari potevano fare la spesa.

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Con riferimento ai temi della mobilità e dell'inquinamento, in ottobre 2002 presentai al mio Comune e alla Motorizzazione civile di Roma (rispettivamente con lettera protocollata e raccomandata) una soluzione che poteva (e forse ancora oggi potrebbe) risultare utile in alcune casistiche (sebbene, oggigiorno, a distanza di quasi dieci anni, sono comparsi i c.d. servizi di infomobilità in tempo reale).

Una prima considerazione introduttiva alla mia soluzione è che, spesso, per raggiungere un punto X (che potrebbe essere una via, un quartiere, una località) i tragitti possibili, partendo da un punto Y, sono almeno due.

Una seconda considerazione è che spesso uno di questi risulta il preferito (es. perché il più corto, oppure perché almeno in apparenza il più agevole - etc.), il risultato è che lungo questo percorso il traffico sarà molto più intenso, con conseguenze immaginabili sulla vivibilità delle aree interessate.

Alla luce di quanto sopra suggerii la possibilità di ripartire, "normativamente", il traffico su due o più percorsi alternativi, seguendo due parametri:

-   il mese in cui ci si trova;

-   la targa pari o dispari di un'auto.

Questo significava e significherebbe: che nel mese di Gennaio, ad esempio (01 e quindi dispari), sarebbero le auto con targa dispari a poter percorrere un percorso A, precedentemente individuato dall'Amministrazione, mentre le altre dovrebbero seguire altri tragitti. Il contrario avverrebbe, ad esempio, nel mese (pari) di Febbraio, e così via a rotazione.

Con riferimento al caso spezzino, il mio obiettivo era limitare (come già si voleva fare) l'accesso ad una data galleria cittadina, senza per questo però distinguere tra chi si poteva permettere l'ultimo modello di auto e chi no.

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Pensando all’antiesteticità e alla poca praticità di quelle strutture, multifunzione, con righe ovunque sparpagliate per il manto al fine di delimitare più tipologie di campi, per più tipologie di discipline (solitamente: calcetto; tennis; basket).

Via raccomandata e previa autentica, suggerii al Presidente della Federazione Italiana Tennis, in data 26 agosto 2011, che per lo meno per questo tipo di impianti indoor, si potesse ricorrere a soluzioni tecniche in grado, in un modo o nell'altro, di delimitare e definire visivamente in maniera chiara e gradevole il campo effettivamente soggetto ad impiego, a seconda della disciplina.

Ad esempio, si sarebbe potuto trattare, come suggerii, dell'impiego di materiali (speciali plastiche, gel, o acqua in tubi, etc.) in grado di cambiare colore, con il calore, o con il passaggio di corrente. O, ancora ed eventualmente, e sempre come suggerii, ricorrere a led, magari protetti da plastiche rese trasparenti all'occorrenza, etc.

Riguardo questi miei suggerimenti auspicai che la Federazione, nell’interesse delle discipline sportive citate, riuscisse a trovare le migliori condizioni di impiego dei principi sopra esposti, rendendo tali soluzioni/innovazioni prontamente e facilmente approntabili, nonché, forse brevettabili.

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Da rilevare in merito a quanto sopra, un brevetto chiamato Wvs (waterpolo visual system) concepito da una piccola società italiana (nata da uno spin-off di un incubatore d’imprese universitario), che alle Olimpiadi 2012 ha permesso d'illuminare con i led il fondo delle piscine, sostituendo così gli antiestetici birilli per segnalare le diverse aree di gioco della pallanuoto.

Un progetto esaltato da esponenti delle televisioni che ne avrebbero trasmesso l'evento (fonte: Economy del 16 maggio 2012).

Premesso che non so a quando risalga la data di deposito di questo brevetto, e men che meno so quando è stato ideato, mi limito solo a segnalare che tale soluzione pare in qualche modo ricordare quella mia, che ho descritto più sopra e che suggerii quasi otto mesi prima della pubblicazione della notizia sopra citata, che ne anticipò l'impiego.

Da segnalare anche, tornando a più sopra, come in occasione dei miei suggerimenti, specificai che se si fosse arrivati ad uno sfruttamento economico dei principi di base che fornii, auspicai, anche, che il soggetto attuatore (la Federazione o terzi) mi riconoscessero, in qualità di soggetto ispiratore, una quota parte dei ricavi conseguiti, per un certo periodo di tempo.

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Al Ministero dei Trasporti (etc.) nell'Agosto 1999, via raccomandata, suggerii la possibilità da parte dei cittadini che vantano passi carrabili o posti riservati di fare multe "fai da te", aggiudicandosi una quota parte dei soldi derivanti dalla multa.

La procedura era semplice e così fatta: la prova dell'infrazione avrebbe dovuto essere rigorosamente prodotta mediante una fotografia, la quale avrebbe dovuto (ai tempi) essere imbucata presso una buca delle lettere, indicando solamente le generalità e il numero di passo carrabile di colui che aveva subito gli effetti negativi dell'infrazione.

Oggigiorno, con l'avvento della fotografia digitale sarebbe sufficiente ricorrere all'invio di una mail, o di un sms, con allegata la foto.

Tornando a descrivere la mia procedura originaria: tutte le foto così imbucate sarebbero state automaticamente recapitate alle più vicine stazioni dei vigili urbani per i necessari adempimenti.

Anche questa mia soluzione, a distanza di molti anni, sembrò trovare una qualche successiva forma d'attuazione da parte degli ausiliari del traffico e dei vigili, sino arrivare all'invito, poi ritirato, da parte del comandante dei vigili di Roma nel dicembre 2013 ad utilizzare uno strumento come twitter per l'invio delle foto delle auto in doppia fila e simili.

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A fine 2005, inoltrai via mail e previa autentica all'Anci, e successivamente via raccomandata e tra le altre cose al P.d.R., una mia soluzione riguardante i progetti di dimensione locale.

Le ragioni alla base della mia soluzione, di cui dirò, sono che le risorse degli enti territoriali spesso sono limitate e concentrate in tendenze già ben delineate, e fanno sì che anche progetti meritevoli abbiano un'elevata possibilità di non essere attuati, a meno che non li si sottoponga a più Comuni
(cosa che sovente non viene fatta).

Per questa ragione suggerii d'istituire un portale dove i privati, aziende e associazioni potessero descrivere brevemente le caratteristiche dei loro progetti, e l'eventuale compenso atteso, dandogli così modo di sottoporli agevolmente e contemporaneamente a più Comuni. I quali, da parte loro, avrebbero avuto il vantaggio di avere a disposizione un'ampia gamma di progetti entro cui scegliere, secondo le loro caratteristiche e la loro mission.

In merito a quanto da me suggerito nel 2005, segnalo la storia di Jack Andraka, un 15enne del Maryland che nel corso del 2012 (fonte: Panorama 22 maggio 2013) scrisse, sulla base di una sua ricerca da autodidatta, a 200 professori di medicina e che solo in un caso trovò chi, lasciando da parte i pregiudizi, si accorse che i suoi suggerimenti erano ottimi portando così alla messa in pratica di un efficacissimo esame di laboratorio dai costi irrisori (3 centesimi) che prometteva di diventare il migliore test al mondo per la diagnosi precoce di una importante patologia, e che dimostra che il potersi rivolgere a più soggetti, nella mia ipotesi in un'unica soluzione quindi con lo stesso sforzo di scrivere ad uno solo, può avere vantaggi non solo per l'ideatore, ma per più parti, e talvolta per l'intera società.

Ancora, ricordo come tra le mie varie soluzioni, anch'io tempo addietro, il 17 gennaio 2009, via mail, suggerii al reparto di Otorinolaringoiatria dell'Ospedale di Lecco una mia soluzione salvavita che si prestava a mio avviso anche all'approntamento di un apposito kit, ma la risposta da parte di questa struttura, che giunse il 19 febbraio 2009, fu: "spiacenti la ns azienda non è interessata alla sua proposta". E' però possibile che se avessi scritto a duecento strutture, qualcuna avrebbe potuto anche trovare interessanti i miei suggerimenti, compiendo magari uno studio di fattibilità.


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Nell’anno 1988 (anno in cui conseguii la patente e guidai la mia prima auto), avendo osservato in prima persona la fuoriuscita del gas benzene mentre si è intenti a fare benzina, concepii una pompa per il rifornimento che aveva nella sua parte terminale una cupola utile ad accogliere e a far aspirare il gas che altrimenti si sarebbe disperso nell'atmosfera. Una soluzione che mi è parso sia stata successivamente ed in qualche modo adottata.

Se così non fosse, ne ho riproposto comunque (anche più recentemente quindi) l'impiego, perchè è sufficiente fare il pieno ad una qualsiasi pompa di benzina per accorgersi che il gas che fuoriesce mentre si è intenti a fare rifornimento pare essere ancora (almeno a mio avviso) eccessivo.

mia soluzione

segue l'immagine, tratta da
La Nazione, delle moderne
pompe per il rifornimento di
benzina, da tempo in uso, che
paiono adottare una soluzione
in qualche misura analoga
a quella che ipotizzai


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La mia pubblicità che segue, e che ricorda volutamente la nota frase: "I have a Dream / Io ho un sogno" recitata a Washington da un mito come Martin Luther King nel 1963, l'ho pensata, autenticata e suggerita, via raccomandata, nei primi mesi del 2008, ad alcune multinazionali che producono e vendono cellulari.

Da segnalare, in merito, la successiva pubblicità "I HAVE A CUBE", pubblicata su Panorama del 22/12/2009, volta a reclamizzare l'omonimo prodotto (Cube) che una multinazionale della telefonia stava per lanciare sul mercato e che vedeva una persona volta, in modo analogo alla mia soluzione, a richiamare alla mente il noto statista e il suo famoso motto.

Un altro esempio di cosa diceva
il mitico Martin Luther King è:

"Alla fine ricorderemo

non le parole dei nostri nemici,

ma il silenzio dei nostri amici".


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Nell'anno 2002, previa autentica, suggerii contestualmente e via fax ad otto multinazionali una mia soluzione in grado di collimare: finalità sociali (tipiche di una pubblicità progresso) e la réclame di alcuni prodotti commerciali.

Successivamente, nel 2003, inoltrai questa mia pubblicità anche al prestigioso concorso nazionale: "Pubblicità per Bene".

Sei anni dopo, su numerose riviste, apparve una pubblicità del Ministero dell'Ambiente che parve somigliare alla mia soluzione.

Nella mia ipotesi il video o l'immagine mostravano una strada in bianco e nero, con a terra, ben in evidenza e pertanto a colori, alcuni imballi primari relativi a prodotti di largo consumo (es. una lattina di una bevanda; la carta di uno snack, etc.).

Nel caso del video (di cui realizzai una prova artigianale), questi comparivano sullo schermo (mostrando il relativo marchio) via via che la strada era percorsa dalla videocamera. E al termine del tragitto una voce o le voci dei vari prodotti (con sembianze umane e in stile cartoon) recitavano (o sarebbe comparsa la scritta):

" Questo non è il tipo di pubblicità
di cui abbiamo bisogno"

" Rispetta la Strada. E' la tua Strada".


segue la pubblicità del Ministero
dell'Ambiente di sei anni più tardi

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Nella documentazione che inoltrai, via raccomandata, alla manifestazione Pubblicità per Bene figurava anche la mia soluzione che riporto sotto, che presentai fuori concorso.

Essa era volta a pubblicizzare un nuovo ritrovato, che denominai Parabolik, il cui obiettivo allegorico era contrastare la perdita di calcio, mentre quello reale, pubblicizzare un pacchetto di programmi sul calcio per un'emittente tv, tipo SKY.

CONTRO LA PERDITA

DI CALCIO

P A R A B O L I K

IL NUOVO RITROVATO
CONTRO L'OSTEOPOROSI

Questa mia pubblicità (che giocava sul doppio significato della parola calcio) mi è sembrata aver anticipato di molti anni:

- sia la pubblicità di un integratore alimentare, apparsa su Focus del novembre 2007, che recitava: "chi l'ha detto che solo gli uomini hanno la fissazione del calcio",
con l'immagine di una donna che teneva in mano un pallone da calcio;

- sia quella apparsa in tv, nel febbraio 2010, reclamizzante il prodotto "Danaos", che recitava: ".. e poi dicono che alle donne non piace il calcio" interpretata, tra gli altri, da Stefania Sandrelli.

Ricordo, qualora ce ne fosse bisogno e come ho specificato nella pagina iniziale del sito, che assolutamente non tutte le coincidenze sono da ricondursi a ipotesi di plagio. Queste appena citate, ad esempio, ritengo siano semplicemente coincidenze. Così come lo penso di molte altre che ho riscontrato ed evidenziato all'interno di altri punti e sezioni del sito, senza che per questo lo abbia dichiarato esplicitamente. Questo perché se lo facessi per tutte, rimarrebbero fuori esclusivamente quelle che ritengo personalmente (e quindi pur sempre con un margine di errore) che non siano tali, il che non mi pare opportuno evidenziare in un contesto come questo.

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Come risulta da una mia autentica del 28 gennaio 2002, a quell'epoca avevo già ipotizzato la possibilità di praticare tariffe scontate sulle assicurazioni R.C. auto per coloro che avessero seguito un corso di guida sicura.

In pratica quello che mi è sembrato sia stato fatto, otto anni e mezzo più tardi, dall'ACI, in collaborazione con Sara Assicurazioni, con la polizza denominata: "Ruota Libera", definita innovativa (fonte: L'automobile, settembre 2010).

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Il 12 giugno 2006, ma anche successivamente (ad esempio all'allora Presidente nazionale nel luglio 2006), suggerii, con lettera protocollata, l'introduzione di una nuova tessera ACI, che denominai "OVERSIZE", volta a dare copertura alle autovetture con peso compreso tra i 2501 e i 3000 Kg.

Questa novità avrebbe comportato per i proprietari di questi veicoli il pagamento di una tariffa extra, di piccola entità, del tutto giustificabile e poco avvertibile dall’utenza di fascia alta cui era rivolta, che avrebbe portato ad un incremento negli utili.

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Nella primavera del 2003, e nuovamente nel 2006 (previa autentica), suggerii all'ACI l'introduzione di una nuova tessera, da denominarsi "ACI HOTEL", in grado di aggredire un nuovo e cospicuo target di mercato.

Gli alberghi, difatti e a mio avviso, avrebbero potuto attivare al costo di pochi euro, un certo numero di associazioni a beneficio dei propri clienti (magari stranieri), concedendogli il servizio di soccorso sotto forma di benefit per il periodo di permanenza
(eventualmente anche di arrivo e partenza), aumentando così sensibilmente il proprio livello di servizio e la propria immagine.

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Al fine di aumentare il numero di conversioni da tessere ordinarie in tessere con funzione di carta prepagata, e al fine di aumentare il numero di soci ACI e/o assicurati SARA, il 12 maggio 2010, via mail (con autentica in tal caso subito il giorno dopo), suggerii ad ACI che, al pari di quanto già posto in essere da soggetti di natura strettamente privata, avrebbero potuto mettere in palio un posto di lavoro presso un'agenzia della Sara Assicurazioni.

Questa iniziativa, a mio avviso avrebbe generato un rilevantissimo clamore, sufficiente a descrivere gratuitamente in articoli e servizi sui vari media le allora nuove caratteristiche delle tessere Aci (quali ad esempio il fatto che all'epoca poteva essere, anche, carta prepagata ricaricabile, etc.) e le altre novità ed evoluzioni nel gruppo ACI - SARA.

Ciò, in definitiva e a mio avviso, avrebbe consentito un minor ricorso ai media tradizionali, e un conseguente risparmio nei costi per raggiungere gli scopi divulgativi prefissati.

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A piena salvaguardia delle esigenze di privacy, e salvo particolari aventi diritto, nell'ottobre 2006 (previa autentica e lettera protocollata) suggerii ai vertici ACI un progetto di riorganizzazione dei servizi inerenti il Pubblico Registro Automobilistico (P.r.a.):

In base al mio piano di riforma gli addetti del P.r.a., in materia di visure riguardo una data targa non avrebbero più comunicato dati sensibili riguardanti il proprietario, ma avrebbero stampato etichette, contenenti questi dati, che avrebbero applicato alle buste consegnate loro dagli utenti, e successivamente spedito tramite raccomandata o lettera semplice, secondo le indicazioni di questi ultimi.

Possibile anche l'utilizzo del servizio in remoto e in automatico da casa, da parte degli utenti, compilando determinati campi e allegando via web la documentazione che questi desideravano far avere al proprietario di una data auto.

Come anticipato inizialmente: per ragioni di pubblica sicurezza, per ragioni processuali o per altre ragioni, per esempio di natura assicurativa, etc., le informazioni fornite avrebbero potuto essere di maggiore completezza.


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Attraverso la documentazione che inoltrai alla Motorizzazione Civile della Spezia e Centrale nell'agosto 1999 e con la mia petizione 711 al Senato, del febbraio 2000 (annunciata in aula nel marzo), suggerii:

A) la necessità di un codice stradale con pochi essenziali articoli. Una soluzione che l'ACI ha successivamente condiviso.


(nel manifesto ACI dell'automobilista del 2001, difatti e per esempio, non mi pare figurasse ancora tale visione, a differenza che in quello del 2008. Del resto, proprio nella rivista istituzionale dell'ACI, l'Automobile di giugno 2011, è detto che questa loro proposta era solo del 2008, quindi successiva di quasi dieci anni rispetto alla mia).

Nella mia petizione, e nella documentazione che inoltrai alla Mctc, sottolineavo, in particolare, come i segnali e gli aspetti fondamentali da conoscere per poter condurre una guida in sicurezza fossero, in realtà, molto pochi.

Altri due elementi innovativi da me suggeriti all'epoca, inerenti questa soluzione, consistevano:

B)   nella possibilità eventuale da parte delle forze dell'ordine sulle strade d'interrogare gli automobilisti su tali aspetti;


C) nella possibilità di portare a conoscenza degli automobilisti queste poche e fondamentali regole di guida e segnali, con brochure da rilasciarsi in occasione, per esempio, della revisione delle loro auto.

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Nel febbraio 2007, con una mia lettera pubblicata sul quotidiano La Nazione, suggerii all'Ospedale di Sarzana di:

- far realizzare e mettere in vendita un libricino che raccogliesse le migliori frasi e pensieri dedicati dai genitori (e parenti) ai propri figli/nipoti in arrivo, o appena nati.

Da rilevare, al riguardo, la notizia annunciata dal TG1 di quasi tre anni più tardi secondo cui, alla 54° Biennale di Venezia, si sarebbe probabilmente allestita una mostra fotografica ritraente, proprio, le scritte sui muri, dedicate dai genitori ai figli in arrivo, presenti all'Ospedale San Camillo di Roma. Sostanzialmente quindi quella che a me sembrò una sorta di realizzazione della mia precedente proposta.

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Ancora più di recente (sempre quindi anni dopo la mia proposta) sono stati pubblicati un paio di libri, che a me sono sembrati ricordare anch'essi ed un poco (nello strumento, nel metodo, etc.), la mia precedente soluzione, ad esempio:

"I messaggi della via dell'Amore" che raccoglie le foto di frasi e disegni dedicati al tema dell'amore; lasciati dai visitatori su sassi, pietre e persino piante, nel noto percorso che va da Riomaggiore e Manarola.

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Per la cronaca, le frasi che ideai e dedicai ai miei figli appena nati, che feci stampare su piccole magliette e ancora che citai anche nella mia lettera pubblicata sul quotidiano La Nazione, in occasione del mio suggerimento visto più sopra, erano:

" Oggi è nato Matteo.
Come è uscito
ha esclamato:
Sono fuori
dal Tunnel * "

* un richiamo ad una nota
canzone dell'epoca di Caparezza.

e

" Luca sei nato
con la camicia.
Al pulloverino
ci pensa papà "

(per entrambe vale il copyright)

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Il 24 luglio 2004 (anticipando di quattro anni la prima realizzazione di simili soluzioni nella mia provincia) suggerii al Comune di Lerici (con lettera protocollata) l'adozione di parcheggi, colorati di rosa, riservati alle mamme in attesa e/o con bimbi in tenera età.

A lungo credetti di esserne stato, in generale e in assoluto, il primo ideatore,
salvo scoprire, diverso tempo dopo (in occasione della successiva scelta del Comune di Milano di adottare tale soluzione), che il primo Comune ad adottare tale misura fu, in realtà, quello di Barletta un anno prima rispetto ai miei suggerimenti, nell'estate 2003.

Se solo mia moglie fosse stata incinta del mio primogenito giusto un anno prima, o quello prima ancora, sono certo che avrei potuto esserne a tutti gli effetti il primo ideatore.

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Il 20 aprile 2009, con riferimento alle tariffe da applicarsi ai parcheggi a linea blu (quelli più comunemente diffusi) nel caso delle donne in attesa e/o con figli in tenera età e al fine di conseguire un compromesso tra la situazione presente ai tempi in cui ideai la soluzione di cui dirò e la linea suggerita all'epoca da un consigliere di renderne gratuita la sosta, suggerii (con lettera protocollata):

- l'istituzione di una "tariffa rosa", mediante il ricorso ad uno stratagemma, di seguito esposto, che non richiederebbe modifiche di software o hardware.

Lo stratagemma consisterebbe nell'invitare gli ausiliari del traffico a conteggiare doppio il tempo di permanenza desumibile dai tagliandi, dimezzandone così il costo di permanenza nel caso si tratti, ovviamente, di veicoli dotati di apposito distintivo rilasciato dall'amministrazione o da pediatri e ginecologi alle aventi diritto.

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Nel gennaio 2009, in merito all'obiettivo poi mi pare raggiunto dalle Ferrovie di arrivare comunque sia all'impiego del macchinista unico, suggerii, previa autentica e via raccomandata, una soluzione il cui obiettivo era soddisfare entrambe le parti in causa, ossia azienda e lavoratori.

Il presupposto alla base della mia misura era ed è che tutte le persone si trovano ad essere alcuni giorni, anche senza specifici motivi, un po’ più stanche del solito, un po’ meno in salute del solito, etc..

Per questa ragione suggerii la possibilità per i macchinisti unici di chiedere 10, o poniamo 20, volte all'anno, l'ausilio di un collega, dando vita, pertanto, ad una task force di macchinisti, pronti all'operatività, non più quindi al solo fine di sostituire eventuali colleghi in malattia, ma anche al fine di coadiuvarne altri, che ne abbiano fatto esplicita richiesta.

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Nel lontano ottobre 2006:

- considerato che la maggior parte delle persone, nei parcheggi a tariffa stratificata secondo il tempo di permanenza, spesso si recavano al parchimetro per sostituire al vecchio tagliando, il nuovo, pagando così sempre una tariffa da prima ora, un tempo, spesso più bassa;

- tenuto conto dell'alto tasso di ricorsi al giudice di pace di automobilisti che esibivano tagliandi (magari non loro) riferiti all'ora oggetto di sanzione;

suggerii ai vertici ACI, previa autentica, di proporre ai Comuni l'aggiornamento dei software dei parchimetri, di modo che il proprietario di un veicolo fosse costretto ad indicarvi, o meglio a far acquisire dal sistema in modo facile
(l'ideale tramite una tesserina con codice a barre emessa la prima volta, o su richiesta, da tenere sempre in auto), il proprio numero di targa.

Cosicché, in caso di una seconda emissione di un tagliandino (in un arco di tempo stabilito), venisse applicata la corretta tariffa prevista per le ore successive.

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L'applicazione di questa misura (da valutarsi secondo le zone e tenendo conto degli interessi legittimi dei commercianti) si sarebbe tradotta, a mio avviso, in un incremento delle entrate per i Comuni e con buona probabilità, nel ridurre in maniera percepibile il traffico cittadino.

Da rilevare anche che, a distanza di quasi sette anni dai miei suggerimenti, ho visto applicato nella mia città, in via sperimentale, proprio un parchimetro che obbliga gli utenti ad inserire la targa della propria auto con l'obiettivo, in tal caso, di evitare il passaggio di tagliandi tra automobilisti
(fonte: La Nazione 18 e 19 aprile 2013).

Poichè nell'articolo si segnalava che si trattava di un esperimento che ha preso spunto da zone della Toscana dove già si praticava, ho voluto effettuare una breve ricerca sul web per tentare d'individuare il periodo di prima applicazione. L'articolo più lontano che sono riuscito a scovare risale al 2011 (quindi sempre molti anni dopo le mie autentiche e i miei suggerimenti) e riguardava la città di Napoli.

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Ad ogni modo, tornando alla mia proposta dell'epoca, l'ACI avrebbe potuto barattare, a mio avviso, la sua parte di compenso (ascrivibile alle migliorie suggerite) a vantaggio di tutti gli automobilisti (che rappresenta e tutela) pretendendo l'attuazione di un'altra mia proposta che descrivo nel prossimo punto.

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Nell'ottobre 2006, unitamente alle soluzioni di cui sopra, suggerii ai vertici ACI di fare in modo che ad ogni cittadino fosse garantito un minimo di ore gratuite di sosta all'anno, eventualmente suddivise per fasce di vicinanza al centro. Poniamo trenta ore (poco più di due al mese) con riferimento alla zona più centrale.

Quello che dovrebbe essere disincentivato, difatti e a mio avviso, dovrebbe essere l'abuso dell'auto, non il suo diritto all'uso.

Tale principio generale, sebbene in una versione a mio avviso più penalizzante per alcuni soggetti e comunque sia traslata nelle forme (dalla tassa sui parcheggi ad una tassa d'ingresso), è stato adottato in via sperimentale a partire dal gennaio 2012, e poi, dal 17 settembre 2012 (in ogni caso molti anni dopo) dal Comune di Milano.

Qui ai residenti delle zone centrali è stata garantito l'ingresso gratuito al luogo dove risiedono solo per un dato numero di volte (40). Superate le quali, salvo casi motivati soggetti ad agevolazioni, saranno comunque tenuti a pagare una tassa d'ingresso, sebbene d'importo ridotto.

La prima ecopass introdotta nel Comune di Milano, che faceva pagare per l'accesso al centro solo certi veicoli inquinanti, e non mi pare ponesse alcun limite ai residenti, risaliva invece al 2008, sempre almeno un anno e mezzo dopo i miei suggerimenti.

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Al Comune della Spezia, nell’aprile 2008 con lettera protocollata, e nel giugno 2008, a mezzo stampa, ho suggerito:

A) che si desse vita ad un plastico modulare, di pregio, con tasselli di circa 1 mq ciascuno, al fine di facilitarne la trasportabilità, riproducenti le meraviglie della nostra provincia (esponibile al pubblico e ai turisti, quando non impegnato in missioni di promozione turistica).

B) di invitare le altre province italiane a dare vita a plastici simili, che avrebbero potuto partecipare ad una fiera in cui, oltre all'esposizione di questi manufatti, si sarebbero potuti vendere prodotti locali tipici, ed eventualmente anche pacchetti turistici.

Circa due mesi dopo il mio primo suggerimento nel Parco delle 5 terre fu presentato un plastico, molto semplice, a beneficio dei non vedenti e rappresentante le bellezze di quei luoghi.

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Al fine di incentivare visitatori e clienti, nel 2009, rispettivamente:

- ad un centro commerciale genovese;

- all'Acquario di Genova;

- al Delfinario di Rimini;

- e, poco tempo dopo, al Parco delle 5 terre
(in questo caso tramite una mia lettera pubblicata su La Nazione)

suggerii di dare vita ad una lotteria (o gratta e vinci), per i loro clienti, che desse modo al vincitore di aggiudicarsi la possibilità di fare un bagno con i delfini, nella loro vasca, o nel caso del Parco in mare aperto.

I fondi raccolti avrebbero potuto essere destinati in beneficenza.

Anni dopo, in una puntata di Striscia la Notizia del 08 maggio 2012, ho scoperto che in un parco marino da qualche tempo avevano iniziato a far immergere, a pagamento, gruppi di privati cittadini nella vasca con i delfini. Tra l'altro ho appreso che ciò è vietato dalla legge italiana, salvo si tratti di pet teraphy e a differenza di quanto avviene, invece, in certe località straniere. Per cui resta possibile solo l’ipotesi in mare aperto, presso ad esempio il Parco delle 5 terre.


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Sempre al Parco delle 5 Terre, mediante una mia lettera pubblicata sul quotidiano La Nazione del 17 aprile 2009, suggerii in poche righe: sia una nota umoristica, sia un’idea per una simpatica manifestazione.

Di seguito il testo:

p.s. a beneficio di alcuni lettori, ricordo che il bastoncino che gli atleti si passano durante le staffette di corsa è comunemente chiamato testimone.

Da segnalare, anche, come, trascorsi poco più di due mesi dall'invio di una mia mail in data 01 marzo 2013, con la quale portai all'attenzione del Presidente del Parco delle 5 Terre (tramite un link che creai appositamente) le soluzioni che in passato, e sino ad allora, avevo suggerito a beneficio proprio del Parco (inclusa la soluzione in esame, risalente al 2009).

Lessi su La Nazione del 16 maggio 2013 della presentazione a Milano di una futura escursione a staffetta, nella loro versione a piedi ed in bicicletta, a cura, proprio, del Parco (all'interno della più ampia manifestazione nazionale "in Cammino nei parchi", basata negli altri casi, semplicemente, su escursioni a piedi).

La versione del Parco delle Cinque Terre mi è sembrata così ricordare, in qualche modo e a mio avviso, i miei precedenti suggerimenti di oltre quattro anni prima, che gli ricordai solo un paio di mesi prima rispetto alla loro presentazione, ed è quindi possibile che ad essi sia stato fatto riferimento.

Da segnalare, anche, un sempre successivo avvio di manifestazioni in parte simili, e da non perdere, come: la Sciacchetrail giunta alla seconda edizione nel 2016 e che vanta persino il patrocinio Unesco; la gara triathlon sempre in provincia che è giunta alla terza edizione nel 2016 ed ha richiamato quasi 600 atleti (anche un grande affare economico, quindi); la più longeva, ma sempre successiva alla mia lettera pubblicata nel 2009, "Corri sul mare" tenutasi, sempre in provincia, e giunta nel 2016 alla sesta edizione.

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Considerato che l'attività di vendita di cartine geografiche era, a mio avviso, superata e a rischio immobilizzazione, nel luglio 2006, con lettera protocollata, suggerii all'ACI due soluzioni riguardanti i navigatori satellitari che tempo dopo trovarono attuazione presso altre strutture.

Nello specifico si trattava:

A) della vendita diretta di tali apparecchi, su scala nazionale, riuscendo così a spuntare ottimi prezzi;

B) del noleggio di tali apparecchi.

Per incentivare la collocazione di questi strumenti suggerii anche: - di destinarne alcuni in prova alla clientela, per 1 o 2 ore;

- la registrazione di un video con audio che ne potesse illustrare, anche in sede, l'effettivo funzionamento.

Poco tempo dopo i miei suggerimenti, vi fu:

  • sia la vendita di navigatori satellitari da parte di un operatore specializzato, sino a quel momento, in cartine più tradizionali (come ho potuto notare dalla loro brochure relativa alla campagna associativa 2007);

  • sia l’affitto dei navigatori satellitari, in quel di Firenze (fonte: Focus, maggio 07, nella rubrica novità).


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Riguardo ai navigatori satellitari, nell'ottobre 2006 (e già nel luglio 2006 con lettera protocollata) suggerii all'ACI diverse soluzioni pubblicitarie. Una delle quali è sembrata trovare (immagino per pura coincidenza) successiva attuazione in una campagna stampa ad opera di una rinomata compagnia di assicurazioni.

Tra i mie slogan figuravano:

A) "Se le tue conoscenze geografiche sono un po’ datate", con la rappresentazione di un’Italia che vede ancora lo Stato Sabaudo;

B) "Se la geografia non è il tuo forte", con la rappresentazione di un’Italia dove al posto di Latina figura Asti, e viceversa;

C) "Se il tuo orientamento non è più quello di un tempo", con la rappresentazione di un uomo, avvitato su se stesso, in preda a terrificanti interrogativi di direzione;

D) "Se non ami gli imprevisti", con la rappresentazione di un’auto sospesa in bilico ai margini di una strada chiusa.

Tutti i miei slogan terminavano con il claim:

Allora il navigatore X X X
è quello che fa per te.

Di seguito le mie soluzioni
in veste grafica:




segue la pubblicità che pare
ricordare quella mia, che ho
riportato appena sopra, e che
suggerii ad ACI circa un
anno e mezzo prima.

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Nel luglio 2008, previa autentica e via raccomandata, portai all'attenzione del Ministro per l'Attuazione del Programma vari progetti e questioni tra cui un complesso di mie soluzioni in grado di fare in modo che le persone non pagassero più tasse su veicoli per periodi in cui non ne erano più proprietari.

A) La prima criticità, per la quale ho proposto una soluzione, è riconducibile a quelle persone che sanno che demoliranno l'auto di lì a breve e che trovano ingiusto pagare una tassa per dodici mesi, quando ne usufruiranno per meno.

Nel concreto, chi riterrà di demolire l'auto nel corso della propria successiva annualità, nel mese in cui sarebbe tenuto al pagamento della stessa dovrebbe poter essere libero di rimandare il pagamento.

Dopo di che, se entro tale annualità avrà davvero provveduto a demolire l'auto, presentando agli sportelli d'esazione l'apposito certificato, rilasciato dal P.r.a., potrà pagare, senza alcuna sanzione, solo per i mesi in cui effettivamente avrà posseduto il veicolo. Chi, invece, non avrà provveduto a demolire l'auto (come inizialmente pensava) dovrà pagare l'intera tassa, gli interessi legali e la sanzione.

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La mia soluzione (appena descritta), a differenza a mio avviso di quella posta in essere dalle uniche due regioni che all'epoca avevano affrontato tale problematica, non scatena il mostro della burocrazia, ossia non obbliga le regioni ad attivarsi per rimborsare le somme in precedenza riscosse, né gli utenti a presentare domande di rimborso, etc..

Le soluzioni già in essere potrebbero, invece, impiegarsi solo in via eccezionale per coloro che, avendo già pagato il bollo, si troveranno a demolire l'auto inaspettatamente, causa guasto o incidente.

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La descrizione delle soluzioni di altre due criticità inerenti la tassa, le troverete indicate nella versione estesa (punti b e c).

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Nel 2000, unitamente alla mia candidatura per un posto bandito da un'azienda che si occupava della distribuzione del gas metano e dell'acqua.

In riferimento ad un'intervista rilasciata pochi giorni prima dalla sua Dirigenza di voler dare vita ad una campagna pubblicitaria per promuovere il loro primo impianto di distribuzione di gas per autoveicoli, presentai, con lettera protocollata, un mio progetto in grado di evidenziare proprio i risparmi di costo (all'epoca - 70%) consentiti dal suo utilizzo.

La mia iniziativa consisteva nel rilasciare a coloro che avessero speso una data somma per il rifornimento di gas metano, un tagliando sul quale sarebbe stata indicata la dicitura "Complimenti lei ha già risparmiato £ xxxx e raccogliendo 20 di questi tagliandi potrà avere un ulteriore buono spesa per.... o il seguente oggetto in regalo: ......."

Scopo della mia strategia era soprattutto evidenziare l'entità del risparmio conseguito dai clienti, spingendoli a conservare i tagliandini con su indicato il risparmio di volta in volta conseguito.


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All'Automobile Club d'Italia, in linea con la tendenza al riposizionamento e al ringiovanimento cui stava puntando, suggerii, via raccomandata, nel dicembre 2007 di dare vita ad una Mascotte (che nel caso dell'ACI avrebbe potuto essere rappresentata ad esempio da una Ruota) che avrebbe potuto essere protagonista, tra le altre cose, di piccoli cartoni istruttivi (stile "pillole" di quark) con la funzione di ricordare ai telespettatori certi semplici e pratici concetti.


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Segnalo, ancora, come nella medesima lettera di cui ho parlato al punto sopra, suggerii anche :

A) che la mascotte sarebbe potuta servire, nel sito o in tv, per fornire proposte sui temi legati alla circolazione e alla sicurezza stradale;

B) che la mascotte avrebbe potuto essere anche il frutto di un concorso nelle scuole.

C) inoltre fornii anche alcuni esempi di un suo possibile impiego, volti a divulgare in maniera accattivante alcuni concetti della sicurezza stradale. Tra questi:

- la mascotte travestita da cavaliere Jedi che esclama: "Che la prudenza sia con te" (traendo spunto dall’originale frase: Che la forza sia con te);

- la mascotte travestita da Uomo ragno che esclama: "Da una grande cilindrata derivano grandi responsabilità" (traendo spunto dall’originale frase: Da un grande potere derivano grandi responsabilità);

- la ruota travestita da Rossella O’Hara, a bordo di uno sfrecciante calesse, che esclama: "Domani è un altro giorno, vediamo di esserci" (traendo spunto dall’originale frase di Via col vento: Domani è un altro giorno).

- la mascotte travestita da Batman, sfrecciante sulla bat mobile, guidata da Robin, che esclama: "Robin vai piano, o mi farai Bat-tere il capo"; etc..,
;

Come in parte anticipato, altri slogan avrebbero potuto essere elaborati in occasione di concorsi tra gli studenti e, quelli vincitori, trasmessi al cinema a precedere film adatti ad un pubblico giovane.

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Al Ministro Renato Brunetta, nel maggio 2008 e previa autentica, e più recentemente (il 16/03/2012), via mail, con riferimento all'iniziativa "Burocrazia diamoci un taglio", e, ancora, in data 13 luglio 2013 all'attenzione della Fondazione 360, ho suggerito le seguenti soluzioni volte a salvaguardare i talenti:

a) porre al riparo quelle poche persone particolarmente portate all'innovazione, che sarannno individuate come specificato più avanti, collocandole su percorsi di carriera distinti da quelli dei Direttori e da quelli dei colleghi, venendo così a dipendere da una struttura terza e indipendente volta a promuovere l'innovazione nel complesso della P.A.

b) al fine di evitare, comunque, possibili insabbiamenti dei loro suggerimenti, inerenti l'innovazione nella fornitura di servizi e quant'altro.

Le loro soluzioni dovrebbero essere inoltrate: non solo all'attenzione dei vertici delle strutture cui appartengono in quanto a settore di attività; ma anche alla struttura terza, indicata più sopra, da cui dipenderanno che, come anticipato, avendo il fine di puntare all'innovazione complessiva della P.A, potrà imporne l'applicazione alla struttura di riferimento.

c) tali soggetti, per accedere allo speciale programma di protezione sopra indicato, dovranno proporre la loro candidatura ad una commissione ad hoc, da costituirsi
(composta volendo anche da imprenditori privati), fornendo un'ampia documentazione che attesti quanto hanno già saputo porre in essere, o semplicemente progettare.

Compito della commissione, in presenza di eventuali ed evidenti danni, discriminazioni, censure, pressioni indebite, etc. subite dai soggetti esaminati, dovrebbe essere, preferibilmente, anche quello di stabilire un cospicuo risarcimento a forfait, in via extragiudiziale quindi, che li risarcisca rapidamente dei danni e dei torti subiti.

d) utile, anche, che questi soggetti particolarmente dotati siano messi nelle condizioni di fare proposte anche in settori diversi da quelli formali d’impiego, organizzando riunioni periodiche tra di essi, con finalità propositive e creative. Auspicabile anche che siano fatti partecipare, in qualità di uditori, a tutte le principali trattative di interesse pubblico (riforma del lavoro, lotta all’evasione, etc..). .

e) un altro possibile vantaggio dall'impostazione più sopra descritta è il venire a disporre, all'interno degli enti, di persone indipendenti che possono segnalare eventuali operazioni che appaiono, poco o per nulla, convenienti nell'amministrazione di una struttura pubblica. Diversamente, è difficile che qualche dipendente si avventuri nel segnalare errori o illiceità.

f) data l’arcinota mancanza di riconoscimento del merito nel nostro paese, e più ancora io credo nella P.A., e specie se tale situazione dovesse perdurare, al fine di non aggiungere altri danni alle perdite già subite da questi talenti e di non condizionarne, anche le loro possibilità future di affermazione, trovo
(come ho autenticato e suggerito più di recente) che occorrerebbe consentire a tali soggetti di beneficiare, se richiesto, di un periodo di aspettativa dal pubblico impiego pari a quello dei dirigenti.

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Ai primi di febbraio 2002, previa autentica, suggerii all'A.C. La Spezia:

- una mia idea sfruttabile per una pubblicità istituzionale dell'ACI, riassumibile nella vignetta che segue:

In questa mia reclàme, la prima auto, che ho voluto rappresentasse un soggetto adulto, raccomanda alla seconda, che rappresenta, per contro, un soggetto giovane:

“QUANDO SEI GUASTA.
NON ACCETTARE PASSAGGI
DAGLI SCONOSCIUTI.
SCEGLI ACI”


un possibile slogan conclusivo era:

" N O N   T I   A F F I D A R E
  A L   P R I M O   C H E   P A S S A,
S C E G L I   A C I "

Questa mia soluzione aveva l'obiettivo di rafforzare nell’immaginario collettivo dei consumatori l’idea che di ACI ci si può fidare, più di ogni altro, in quanto da sempre presente in questo segmento di mercato, a differenza di altri operatori.

Da rilevare, ancora, la somiglianza riguardo la sola veste grafica, in tal caso (ossia l'uso dei call out, le nuvolette dei fumetti per intenderci), di una successiva pubblicità reclamizzante un dato modello di auto:

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Al fine di prevenire da parte di enti pubblici comportamenti scorretti e sconvenienti per i singoli e per la comunità, un'utile misura da attuare (che ho suggerito, insieme ad altre, il 16/03/2012, via mail, con riferimento all'iniziativa "burocrazia diamoci un taglio"), sarebbe, a mio avviso:

A) estendere il concetto di trasparenza sino a rimuovere completamente il divieto, che mi pare in parte attualmente vigente per i dipendenti, di affrontare pubblicamente alcune questioni attinenti la propria struttura, che ricordo è una struttura pubblica e non privata.

Ipotizzo qualcosa, come ad esempio:

B) l’istituzione obbligatoria di una sorta di blog, consultabile sul sito ufficiale di tali realtà, in cui i lavoratori (che più di altri sono a conoscenza di magagne interne) possano, nelle misure e alle condizioni di seguito individuate, portare all’attenzione di tutti i cittadini eventuali situazioni e questioni che ritengano opportune e che, invece, solitamente non si vengono a sapere, proprio, per il divieto esistente.

La descrizione della problematica, o la richiesta di chiarimenti, dovrà essere trasmessa: in un primo tempo, all’ente, ai sindacati e ad una terza parte indipendente, con poteri di verifica.

Trascorsa una settimana, dovrà essere pubblicata sul sito con l’eventuale risposta da parte dell’ente e, se possibile, con già la certificazione del reale stato dei fatti da parte della struttura terza.

Segnalo anche che, nel gennaio 2013, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legislativo inerente il c.d. "Freedom Act", che sembra puntare decisamente verso una sempre maggiore trasparenza della Pubblica Amministrazione.

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Uno dei miei progetti che suggerii, previa autentica e con lettera protocollata, il 20 aprile 2009 è riassumibile nell'immagine che segue, utilizzabile sia per un cartellone/manifesto, sia per un'eventuale realizzazione di uno spot video, che ne rievochi i contenuti.


Questa mia soluzione precedette l'apparizione sui media, a partire da fine maggio 2009, del seguente spot, targato Fondazione ANIA: "Io dissuado".

segue la pubblicità ANIA citata
(fonte: Economy, 01/07/2009):

pubblicata su economy del 01/07/2009

Da segnalare anche una campagna che ha avuto avvio nel luglio 2011, ad opera della Provincia Autonoma di Trento, che ha trovato la sua punta di diamante nel cartellone che segue che, al pari della mia precedente soluzione:

- risulta visivamente diviso in due;

- ospita, nella parte superiore, un fiore e un casco a simboleggiare una vita spezzata (e in definitiva le conseguenze di una guida non appropriata); mentre in quella inferiore l'alternativa di una guida/vita piacevole e serena.

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Al Ministero del Lavoro, nel Luglio 1999 via raccomandata, inoltrai una proposta volta a consentire alle categorie di lavoratori che svolgono funzioni identiche e codificate in ogni dove (ad esempio autisti, operatori di sportelli postali e bancari, postini, camerieri, muratori, bidelli, netturbini, etc.) di poter usufruire di un maggior numero di ferie (per piacere o per necessità) pagando in prima persona i costi di sostituzione della propria attività lavorativa.

Si trattava di dare la possibilità a questa categoria di lavoratori di rivolgersi occasionalmente a società di fornitura di lavoro temporaneo per ottenere, e pagarsi di tasca propria, persone in grado di sostituirli al meglio nel proprio lavoro, grazie al fatto che essi svolgevano funzioni facilmente replicabili da personale adeguatamente preparato nel medesimo campo di attività.

La mia soluzione era volta a rendere le persone più libere di gestire il proprio tempo, favorendo al contempo nuove opportunità di lavoro per altre. Lavorare meno, lavorare tutti.

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A) Poiché un tempo i corsi di formazione per diplomati erano riservati agli under 25 e quelli per laureati agli under 27; mentre l'età media di laurea si attestava sui 28 anni, impedendo a questi ultimi di frequentare corsi qualificati di alcun tipo, suggerii, in più occasioni, in ultimo con una mia petizione al Senato del febbraio 2000 (la n° 706):

- l'innalzamento dei limiti d'età per poter accedere ai corsi di formazione professionale per laureati; o, perlomeno, la possibilità per i laureati, o per chi fosse stato costretto ad interrompere gli studi universitari, di poter accedere ai corsi per diplomati, innalzando il limite d'età.

Queste mie proposte (non so se proprio grazie ad esse, o per altri motivi) hanno trovato una successiva attuazione, persino oltre le mie richieste e i miei suggerimenti.

Via via si assistette, difatti, ad una graduale inversione di tendenza rispetto alla situazione precedente, sino ad arrivare in alcuni casi ad un totale abbattimento della presenza di limiti di età come da me auspicato e richiesto.

Tra i vari esempi: i corsi e i masters che vennero banditi ad aprile 2001 in Provincia della Spezia che mi diedero la possibilità di parteciparvi, peraltro con brillanti risultati.

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B) Un'altra mia soluzione che suggerii riguardava i corsi di formazione a bassa qualificazione che venivano ripetuti più volte nel corso dello stesso anno (sovente anche in contemporanea nello stesso istituto), per i quali proposi una programmazione e svolgimento per gruppi di cinquanta, sessanta, persone alla volta, invece che di 12 o 15.

L'applicazione di questa strategia avrebbe portato ai seguenti vantaggi:

- (al contrario di quanto si potrebbe pensare) ad un aumento della preparazione dei frequentanti i corsi, in quanto si sarebbero potute fare selezioni più stringenti.

- ad un enorme risparmio di fondi che avrebbero potuto essere destinati ad altri scopi; i maggiori costi dei corsi, difatti, sono rappresentati dagli alti compensi degli insegnanti.

Del resto nelle stesse Università, con riferimento a corsi ben più impegnativi, se si ha la fortuna di seguire materie a cui partecipano solo una cinquantina di studenti, la possibilità di conseguire un'ottima preparazione negli argomenti trattati è elevata, almeno per chi è armato di buona volontà.

Se necessario, a vantaggio degli istituti di formazione, era ipotizzabile come suggerii un sistema di finanziamento basato sul numero dei frequentanti i corsi, piuttosto che su quello dei corsi tenuti.

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Come ho scoperto su La Nazione del 04 giugno 2013, nel 2007 il Ministero della Pubblica Istruzione istituì e programmò di calcolare i c.d. bonus maturità (che erano volti a fornire agli studenti meritevoli punteggi spendibili nei test di ingresso alle università a numero chiuso, al fine di far pesare il loro curriculum scolastico), utilizzando un metodo/concetto che suggerii ben sette anni prima, tramite la mia petizione 704, che fu annunciata nell'aula del Senato nel marzo 2000.

Nella mia formulazione prendevo in esame, però, le votazioni di laurea (e non delle scuole superiori) al fine, sempre e comunque, dell'attribuzione di punteggi nel mio caso in sede di concorsi (e non per l'accesso all'Università) e con il medesimo scopo di bilanciare le votazioni a seconda non solo della sede ma, soprattutto, del tipo di facoltà rilasciante (umanistica, economica, tecnica, ...).


All'epoca della mia petizione, va premesso come, ad esempio, nelle facoltà umanistiche il massimo dei voti era conseguito dalla quasi totalità degli studenti (nessuna differenza, quindi, per esempio, tra un Baricco o uno Sgarbi e uno studente qualsiasi). Il che non era giusto: né nei confronti dei veri talenti presenti in quelle facoltà, né nel caso di partecipazione di tutti questi studenti a concorsi aperti a laureati generici con assegnazione di punteggi in funzione della votazione di laurea conseguita.

Laddove, magari, un eccellente Ingegnere raggiungeva con difficoltà un voto di 100/110 e non poteva, per esempio, partecipare ad un concorso in Banca d'Italia che richiedeva solitamente 105/110, il più scarso di una facoltà umanistica poteva invece accedervi.


Un metodo (il mio per l'Università) che a distanza di 15 anni (vedi La Nazione del 03 luglio 2015) volevano attuare proprio, per gli Atenei, ma tutto di un colpo, il che avrebbe semplicemente sostituito ad un'ingiustizia un'altra. Il problema alla base di questa soluzione, invece, doveva essere, a quel punto e a mio avviso, già superato, visto che sono trascorsi 15 anni dalla mia osservazione, segnalazione della problematica e ipotesi di soluzione.

E' comunque sulla scorta di situazioni analoghe a quelle descritte più sopra, presenti anche a livello delle scuole di grado inferiore, che fu istituita, sette anni dopo i miei suggerimenti inerenti l'università (forse, appunto, traslando i miei concetti e la mia misura ai livelli inferiori) anche la prova Invalsi volta a certificare effettivamente ed oggettivamente le differenze esistenti.

Una prova che fu introdotta solo con una legge del 2007, mentre la mia petizione (che pur riguardava come visto l'università e non le scuole inferiori) affrontava e forniva, come detto già dal 2000, ossia da sette anni prima, dei suggerimenti volti a superare le problematiche inerenti le differenze nella valutazione a seconda delle facoltà e sede rilasciante.

Nella versione estesa maggiori dettagli compresi i principi e i calcoli matematici inerenti le soluzioni accennate, nonchè, altre soluzioni.

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A) Nell'ottobre 1999 presentai al mio Comune, con lettera protocollata e tra le altre cose, una soluzione che aveva come destinatario finale il Ministero dell'Interno.

Si trattava d'inserire nelle scuole una figura a metà tra un bidello e un poliziotto (preferibilmente di giovane età) con funzioni di vigilanza.

Tra i suoi compiti: il contrastare fenomeni di bullismo ed episodi legati allo spaccio e al consumo di droga.

B) Restando in tema di bullismo, da segnalare anche il mio suggerimento più recente (del gennaio 2007) a Striscia la Notizia, di dare vita ad un premio, che denominai "il Vigliacchino d'oro", al fine di mettere alla berlina e ridicolizzare certi comportamenti infami.

Tornando al punto A, la mia proposta andava e va nel senso di non aggravare il problema della carenza di forze dell'ordine sulle strade, proponendosi, come obiettivo intermedio, la creazione delle nuove figure professionali dette, prevedendo per quest'ultima parte dell'incarico una formazione mirata legata agli specifici compiti da svolgere.

Previdi, inoltre, la possibilità per questa categoria di persone, trascorso un dato periodo di tempo, di entrare a far parte a pieno titolo del Corpo di Polizia di Stato dopo aver seguito corsi integrativi di preparazione.

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Questa mia proposta sembrò ad un certo punto e per certi versi sulla via d'attuazione. Su questo tema intervenne, difatti e successivamente: sia l'allora Ministro dell'Interno Bianco; sia, in seguito, il Ministro Scaiola, che diramò una circolare, rivolta a Prefetti e Questori, nella quale esprimeva la necessità d'introdurre al più presto nelle scuole figure di poliziotti-amici, alle quali studenti, docenti e genitori si potessero confidare con tranquillità.

E' notizia, poi, del 20 agosto 2011 (quasi dodici anni dopo i miei suggerimenti quindi) che l'iniziativa di un Sindaco di infiltrare "007 sociali" (ossia operatori sociali "sotto copertura") nelle gang giovanili, per capire e contrastare fenomeni di bullismo, fu giudicata una soluzione geniale.

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In seguito ad incresciosi episodi che interessarono capolavori dell'arte scultorea e al fine di contrastare il fenomeno dei vandali, che spesso deturpano le nostre città, suggerii, tramite una mia lettera pubblicata sul quotidiano La Nazione, che tra le pene da infliggere agli eventuali futuri responsabili vi fossero:

- il fargli sostituire con il proprio arto, quello danneggiato, per almeno un'ora al giorno, per una settimana.

Fermi immobili ed esposti, non certo ad insulti e lancio di oggetti, bensì:

- all'ascolto di filastrocche ironiche, sul tema, ideate da autori ignoti, o anche famosi, ad esempio Villaggio (come rivincita per il fatto che fu costretto, come ricorderete, a tenere la mano ferma sotto al sedere del temibile duca conte).

Al termine della settimana, la migliore filastrocca avrebbe potuto essere premiata dal quotidiano banditore del concorso.

In quanto all'autore del danneggiamento trovo che quelle poche ore di riflessioni interiori lo avrebbero fatto maturare di un decennio. L'unica avvertenza era non dare risalto al responsabile del gesto inqualificabile, ma solo all'iniziativa.

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Tornando sull'obiettivo della difesa del Made in Italy, e sfruttando in maniera diversa la mia precedente soluzione inerente i vandali, trovo che il far sostituire ad una persona, meglio se nota e meglio ancora se un comico, le parti mancanti di una statua, sia un valido e simpatico strumento per mostrare che la contraffazione non ha niente a che vedere con l'originale.

Nel caso ad esempio di una statua raffigurante Sansone, e seguendo i miei obiettivi, si potrebbe ricorrere: ad un soggetto calvo; nel caso di un possente guerriero: ad un soggetto mingherlino; nel caso di un Adone: ad un soggetto alla Martin Feldman; etc..

Un possibile slogan a corredo di tali soluzioni potrebbe essere: "Con i prodotti contraffatti non sai mai quello che ti aspetta". Al posto di un Rocco Siffredi potreste, difatti, ritrovarvi con un Pipino il breve. Il che non credo sia proprio la stessa cosa.

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Considerato che il comportamento dei ragazzi dipende molto da quello che gli viene insegnato, e al fine di evidenziare ancora una volta la vastità del campo azione dei miei interventi, segnalo come avendo riscontrato in due albi di un noto fumetto dialoghi poco adatti ad un pubblico di adolescenti (del tipo: "Mia madre beveva vino quando era incinta; è merito dell'alcool se sono così sveglia").

Segnalai l'accaduto, dapprima alla casa editrice, e qualche tempo dopo (credendo che la prima non mi avrebbe risposto, come invece poi fece pubblicamente) all'Osservatorio permanente sull'alcool.

Grazie credo anche alle mie segnalazioni, si è arrivati a meno di un mese da queste ultime, alla scelta da parte della casa editrice d'introdurre nei loro albi: bande di riconoscimento colorate, in modo diverso, a seconda del pubblico cui l'albo è indicato.

Considerato poi ed anche che, mai, in altri loro albi avevo riscontrato dialoghi così poco educativi e viste le azioni poste in essere successivamente da questa casa editrice (tra cui la lettera, in risposta alla mia, pubblicata nell'angolo della posta nella quale fornirono le scuse ai lettori) ho scelto di non menzionarla.

Lodevole, e da non perdere, anche la citazione di una nota preghiera, inserita, già, nell'albo appena precedente l'introduzione della novità indicata, che sembrava una promessa a non ospitare più dialoghi poco consoni. Nello specifico si trattava di: "...Dio, donami la serenità per accettare le cose che non posso cambiare .. il coraggio per cambiare le cose che posso .. e la saggezza per distinguerle. Continuate a tornare ragazzi."

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A) Poichè ogni anno diversi ragazzi riportano danni (anche gravi) per il fatto di essersi aggrappati alla traversa di una porta di calcio, nel 2003 proposi via raccomandata al concorso Pubblicità per Bene un mio progetto (che più sotto riporto ora in una veste grafica) volto a portarli a conoscenza di questi rischi.

Lo slogan che ideai e scelsi, come si può vedere sotto (ossia: "Non aggrappatevi a quella porta"), era volutamente una parafrasi del noto film horror: "Non aprite quella porta". A rimarcarlo anche l'uso che scelsi di fare della dicitura: "Prossimamente su tutti i campi di calcio" (che nel mio caso sostituì, quindi, la classica dicitura: "prossimamente in tutti i cinema").

segue una rappresentazione grafica
della mia soluzione

In occasione del concorso, unitamente a questo spot, suggerii anche la possibilità che i Comuni applicassero su tutte le porte di calcio un adesivo che ricordasse ai ragazzi di non dare corso a simili azioni.

In merito a quanto sopra, intorno all'anno 2010 (circa quindi sette anni dopo i miei progetti e i miei suggerimenti), presso un complesso sportivo della mia provincia, ho notato e immortalato un adesivo che invitava proprio a non aggrapparsi alla porta di calcio. Se un tempo pensavo potesse essere una loro lodevole e autonoma creazione; avendolo visto, anche,molto più recentemente in altra struttura, credo sia opera di un rivenditore specializzato (purtroppo, il marchietto che sembrerebbe indicare il produttore e altri dati utili, l'ho sempre trovato incomprensibile).

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B) Un'altra mia pubblicità che presentai al concorso Pxb (presente anche in uno dei miei libri depositati) era volta a reclamizzare tematiche insolite (credo addirittura inesplorate). Si trattava nello specifico di uno (forse il più noto) degli insegnamenti di Gesu', ossia:

“NON FATE AGLI ALTRI
CIO’ CHE NON VORRESTE
FOSSE FATTO A VOI STESSI”
    (GESU’ anno 0)

S V O L G I M E N T O
(ambientazione nel futuro):

Nella I° scena si vede una donna malata che regala al proprio figlio una medaglietta.

Nella II° si vede il ragazzo, oramai grande, che sta utilizzando la macchina del tempo per recarsi nel futuro.

Nella III° si vede il ragazzo che rapina un vecchio strappandogli dal collo proprio una medaglietta.

Nella IV°, l’amara sorpresa, l’uomo che ha appena derubato e picchiato è se stesso da anziano. Nell’ultima scena compare la famosa frase di Gesù richiamata più sopra.

seguono le immagini dello
story board che ho concepito








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Il 28 agosto 2008, con lettera protocollata, suggerii al Presidente dell'A.C. La Spezia l'indizione di un concorso avente ad oggetto la traduzione in video di uno spot di pubblica utilità, da me concepito e più sotto riportato.

Questo mio progetto era in grado anche di creare una sinergia positiva con il rally cui l'A.C. avrebbe dovuto partecipare, come ente, in ottobre 2008, sottolineando con enfasi il concetto che: "se si vuole correre in macchina, ci sono strumenti, luoghi e momenti appropriati".

Lo spot da me ideato
(che suggerii in precedenza
anche all'allora Ministro
per le Politiche Giovanili)
era così strutturato:

Un'auto corre veloce e il suo contachilometri si avvicina via via al suo limite massimo, ma oltre un certo punto, invece di un numero, campeggerà la scritta: "Alta Stupidità". Il tachimetro supererà anche tale limite e le lancette cominceranno a girare sempre più vorticosamente, come impazzite. Alla fine un gran botto e un primo slogan: "La stupidità non ha limiti, la vita si".

In alternativa: "Maggiore è la stupidità, maggiore è il danno che puoi causare a te stesso e agli altri", accompagnato da un cerchione che oscillerà a terra sino a fermarsi, seguito magari dalle immagini di un encefalogramma piatto. L'eventuale slogan conclusivo potrebbe essere: "Se ti vuoi bene , Fai girare le ruote che hai in testa" (e non quelle che hai sotto i piedi).


L'annuncio del vincitore del concorso sarebbe potuto avvenire contestualmente alla premiazione del vincitore del rally (di cui ho detto) creando, così, la sinergia positiva tra i due eventi.

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Riguardo Striscia la Notizia da segnalare alcune mie soluzioni che, previa autentica, gli suggerii e che mi è sembrato abbiano trovato una qualche successiva attuazione, con tutta probabilità casuale. Si trattava di:

A) un mio suggerimento di dare vita ad una simpatica gag, mediante un singolare prodotto (che riporto sotto) da tenersi sulle spalle, volto ad oscurare: lo sfondo della ripresa video e, ancor più e soprattutto, una persona definita dai media come disturbatore video.



Al riguardo, è da segnalare che, qualche mese dopo (il 12 ottobre 2000), in un'altra trasmissione, iniziò a fare la sua comparsa un comico intento ad imitare Berlusconi, che portava sulle spalle, proprio, un oggetto (in quel caso una libreria), volto ad oscurare lo sfondo della ripresa video.

Una soluzione quindi che (probabilmente per coincidenza, o forse per rielaborazione creativa; del resto inizialmente gliel'avevo fornita proprio perchè fosse sfruttata) mi parve in buona misura simile a quella mia precedente: nella modalità, nella funzione e nei risvolti ironici, non nel personaggio, né nel prodotto scelto per essere messo sulle spalle, che era strettamente legato a quest'ultimo.


B) un mio suggerimento di far condurre una volta al mese a coppie di amici "Striscia la Notizia", convinto che, tra le macchiette dei bar, vi fossero persone molto affiatate, in grado di dare una buona resa alla trasmissione.

Al riguardo, a distanza di anni dal mio suggerimento, si ebbe la conduzione, dapprima domenicale e poi estiva, di Striscia la Notizia affidata di volta in volta, a coppie assortite di suoi inviati, al fine di rodarne meccanismi e misurarne le potenzialità, in vista di eventuali impieghi nei periodi di maggiore audience. Una piccola analogia, quindi con il mio precedente suggerimento, che ritengo comunque del tutto casuale.


C) il mio suggerimento che Striscia la Notizia avrebbe potuto tramutarsi, per una volta al mese (per le ragioni viste al punto sopra), anche in una sorta di talent show (nb quest'ultimo punto è una riflessione più recente, comunque autenticata, che non ho suggerito in precedenza).

Volendo si potrebbero, difatti, contrapporre, di volta in volta, due coppie di amici diverse e premiare, a fine puntata, la coppia vincitrice con sms da casa.

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Avendo a mente il prodotto ironico, visto al punto precedente, che suggerii a Striscia la Notizia, concepii anche il seguente spot che, previa autentica, proposi ad un'azienda che produceva tende da esterni.

Lo spot inizia mostrando un telecronista, dotato di microfono, che elogia seriamente le doti delle tende XXX.

Subito dopo appare dietro di lui una persona, il cui comportamento lo fa ricomprendere nella categoria comunemente definita dai media come "disturbatore" video; un soggetto che, per comodità e d'ora in avanti, chiamerò "Gigi".

A questo punto il cronista continuerà il servizio ricorrendo all'uso del prodotto, visto al punto precedente, affermando che le tende XXX sono disponibili in tutti i colori.

Dopo di che ogni volta che il cronista citerà un colore la "tenda-ventaglio" dietro di lui si aprirà, oscurando l'immagine di "Gigi", al quale nel frattempo "ne accadranno di tutti i colori"

Altri video potrebbero terminare con il velocizzarsi delle immagini d'apertura e chiusura della tenda fino a quasi renderle invisibili, e facendo udire solamente il rumore di sonori, ma innocui, schiaffoni (alla Bud Spencer) sempre più incalzanti; oppure, con il cronista che, ultimato il servizio, dirà a "Gigi":

"Fai il bravo è, se no Ti Tendizzo",

(uno slogan che potrebbe divenire,
a mio avviso, un gergo d'uso comune)

Altri slogan utilizzabili all'interno dei video, o in un eventuale campagna stampa, potrebbero essere:

  • " "Le tende XXX ti proteggono da occhi indiscreti" ricorrendo all'immagine del cronista con la "tenda-ventaglio" aperta e un ciuffo di capelli di "Gigi" che spunta fuori da dietro;

  • " "Le tende XXX rendono giustizia alla tua privacy" associabile all'immagine di "Gigi" con due occhi neri (finti).

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Sempre con riferimento a Striscia la Notizia:

A) Nel 2002, pensando a questa trasmissione, o ad una simile, concepii (tra gli altri) un pupazzo, che denominai Babà.

La caratteristica del suo vestito, spugnoso e imbevuto d'acqua (talvolta di vernice lavabile o altro), era volta ad aiutarlo nell'effettuare interviste per programmi satirici di questo genere, lasciando inzuppato o macchiato chi cercava di fermarlo.

Alla fine di ogni servizio inoltre avrebbe chiesto all'intervistato un abbraccio in segno d'amicizia e di pentimento e se qualcuno gli avesse chiesto: "ma non è che mi macchia?" lui avrebbe risposto (o avrebbe rimarcato di sua iniziativa), solo quando necessario: "Non si preoccupi sono Lacrime del Popolo e non vi hanno mai lasciato il segno".

Altre frasi e soluzioni (come il ricorso alternativo a due distinti personaggi: tra cui Pennellone, che rappresentava uno scopino del wc con le punte marroni) figurano in altro scritto che autenticai, sempre, l'11/12/2002.


B) Da segnalare anche un altro mio suggerimento che, come altri visti in altri punti e previa autentica, fornii a Striscia la Notizia, consistente nel dare vita ad un premio, in positivo, in grado di premiare persone che si fossero distinte in modo meritevole e/o simpatico.

Al riguardo, anni dopo, fu introdotto per un certo periodo il premio Gongolo che aveva, a mio avviso, una qualche, seppur lieve, affinità. In ogni caso trovo anche tale conicidenza del tutto casuale.


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Nel febbraio 2002, previa autentica, suggerii all'A.C. La Spezia diverse soluzioni tra cui alcune volte ad abbattere l'inquinamento.

A) In un caso, ad esempio, suggerii di valutare la possibilità di ridurre i livelli d'inquinamento nei tratti di ingresso ad una galleria cittadina, molto trafficata, attraverso l’eliminazione (per escavazione e appiattimento) delle due salite che portavano ad essa.

Escavazione che avrebbe dovuto proseguire, ovviamente, anche lungo tutto il percorso del tunnel. Pochi mesi dopo la salita più problematica fu tagliata fuori trasformando un'altra strada, posizionata allo stesso livello della galleria, da senso unico a doppio senso.

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B) In un secondo punto suggerii di adottare all’interno dello stesso tunnel
(che per buona parte pare avere sopra di sé solo pochi metri di terra) delle vere e proprie canne fumarie, con all’estremità filtri in grado di ripulire l’aria che vi sarebbe passata attraverso.

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C) In un altro punto suggerii di ricorrere, eventualmente, a nastri trasportatori, per trascinare le auto lungo la galleria, alimentati almeno in parte dall'energia elettrica prodotta da pannelli solari, da porre al di sopra di essa. E' notizia di quasi dieci anni dopo che presto si sarebbe dato vita alla prima galleria autostradale completamente autosufficiente, grazie a pannelli fotovoltaici.

Riguardo a quanto sopra, segnalo, anche, come, a differenza del 2002, nel 2006 (come si vedrà dall’autentica accessibile nella versione completa) al fine d’incentivare la mobilità a piedi (oltre ad ipotizzare, più per esercizio creativo, la realizzazione di un nuovo e molto più stretto traforo affianco alla galleria Spallanzani ad uso dei pedoni o l’eventuale impiego di seggiovie/ovovie per superare la collina) ipotizzai, più realisticamente, di:

- accorpare a centro strada, i due marciapiedi laterali presenti attualmente nella galleria e ora non percorribili, ad uso finalmente dei pedoni e protetti da una struttura in plexiglass atta a tenerli al riparo dai gas di scarico delle auto.

Una soluzione che, stando al Secolo XIX del 02 gennaio 2015, è molto simile a quanto l’amministrazione spezzina ha appena iniziato a progettare e intenderebbe realizzare a breve (a oltre otto anni di distanza, quindi) con la scelta, anche, di dotarla di un tapis roulant.

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D) In un ultimo punto riproposi la mia soluzione inerente le pompe di benzina di cui dovreste aver già letto.

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Con riferimento alla festa dei nonni, e in particolare alla sfilata delle nonne che si tenne nel Comune di Zeri, nel settembre 2008 suggerii, a mezzo stampa, la possibilità di dar corso ad altre nuove iniziative, quali:

a) far recitare ai nonni e alle nonne fiabe e leggende dei propri posti, o fatti di vita vissuta, che fossero d'insegnamento alle giovani generazioni;

b) il gemellaggio con altre cittadine (ve lo immaginate le nonne di Milano a Napoli e viceversa, entrambe sono certo avrebbero molto da insegnare).

c) la presenza di stand eno-gastronomici a corredo di queste manifestazioni, dove poter acquistare prelibatezze delle località ospitanti e ospiti.

d) la possibilità da parte dell'Auser di farsi promotrice di simili iniziative a livello nazionale.

In definitiva, un modo per unire e far viaggiare le famiglie, in versione allargata, dai nonni ai nipoti.

Riguardo alle possibilità di valorizzazione dei nonni, sono da segnalare:

- il successivo esperimento (in parte analogo alle mie ipotesi) finanziato dalla Fondazione Carige e promosso dall'Auser (cui erano rivolti in ultimo i miei suggerimenti) che ha visto come protagonisti proprio i nonni in classe.

- una festa, organizzata (sempre successivamente) nel luglio 2012 a Lerici (SP), in cui i nonni si sono ritrovati a raccontare ai nipoti le vecchie storie del paese; episodi di vita vissuta a partire dal dopoguerra e aneddoti vari, riappropriandosi così del loro ruolo di educatori, così come suggerii nelle mie lettere pubblicate su La Nazione circa quattro anni prima.

- un progetto che ha interessato tempo ancora dopo anche scuole elementari del comprensorio spezzino e di Portovenere che hanno visto proprio la partecipazione in classe dei nonni, impegnati in racconti e aneddoti, realizzato da Auser e Aidea (fonte: La Nazione 16 giugno 2013).

- e, ancora, il sempre successivo, e tanto declamato, programma televisivo: "l'Italia è un paese fondato sulle nonne" (fonte: La Nazione 06 luglio 2013 e Panorama 17 luglio 2013).

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Con riferimento a Portovenere, mediante due lettere che mi pubblicarono a settembre ed ottobre 2008 sul quotidiano La Nazione, suggerii:

A) che in sul calar del sole (come recitava Leopardi, nel Sabato del Villaggio), la statua di Scorzelli, affacciata sul mare, arricchita appositamente da una micro telecamera, un microfono e da un altoparlante nascosto, animato da una operatrice a distanza, potesse, nei fine settimana, interagire con i bambini presenti raccontando fiabe e storielle.

B) che gli avventori della manifestazione potessero fermarsi, a prezzo convenzionato, in un qualche ristorante del borgo.

C) l'organizzazione di una traversata nel canale di Portovenere, in occasione della manifestazione "piscina naturale", a bordo di grosse papere galleggianti o di natanti dalle improbabili forme, tipo quelle impiegate nelle gare "Red Bull". Manifestazione che Portovenere avrebbe potuto provare ad ospitare.

D) che i galleggianti neri, utilizzati in miticoltura, fossero sostituiti, con medesima funzionalità, da repliche in plastica di simpatiche paperelle (tema quello delle papere che mi ispirò le soluzioni appena descritte e che affrontai, esclusivamente, per i motivi indicati al punto successivo);

E) avendo scambiato, la statua di Scorzelli per una di Botero (da qui il tema delle papere), sottolineai con una vena umoristica come: “essendo entrambe molto corpulente è proprio il caso di dire che nell'attribuzione della paternità procedetti con il metodo c.d. del tanto al kg, e che non essendo una Bilancia, ma un Acquario (che ha chiesto conferma ad un amica Vergine, di segno, non di fatto) l'esito non poteva essere che scontato”.

Nella stessa giornata in cui lessi la precisazione da parte di una lettrice che la statua cui avevo fatto riferimento non era di Botero (ma di Scorzelli) ideai e inoltrai le soluzioni contenute negli ultimi tre punti visti (c,d,e).

Un 'ultima annotazione, riguardo al punto C, è riconducibile al fatto che, sette mesi dopo la pubblicazione della mia lettera, vide la sua prima edizione una bella e riuscita manifestazione velistica (denominata Fuse), che aveva come location proprio il Comune di Portovenere (la Marina del Fezzano) e che, tuttora, che è giunta nel momento in cui scrivo alla sua quarta edizione (fonte: La Nazione 16 maggio 2012), trova uno dei suoi punti di forza, proprio, nell'aspetto ludico, ironico e carnevalesco nell'allestimento delle imbarcazioni e dei loro equipaggi.

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Quelli che seguono sono gli ultimi tre progetti di questa versione ridotta che, a differenza di quella accessibile con password, manca all'incirca di un centinaio di mie soluzioni, raccolte in circa 50 altri punti che via via ho saltato. Progetti in grado di rendere la mia storia ancora più singolare.

Se non siete spezzini vi consiglio di saltare questi ultimi tre progetti che seguono e (se non lo avete ancora fatto) di andare a visitare l'altro mio sito: www.robertosalanuoviprogetti.it


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A) Nell'ottobre del 2003, dopo aver saggiato la forte componente ludica insita nei parchi acquatici e conscio del fatto che tale presenza fu una delle ragioni (insieme alla vicinanza ad Alassio, alle grotte di Toirano, etc.) che mi spinse a trascorrere alcuni meravigliosi giorni ad Albenga, suggerii all'amministrazione spezzina di dare vita ad una di queste strutture anche nella nostra provincia e precisamente nell'area c.d. ex Ip.

In merito e successivamente al mio suggerimento vi fu da parte dell'amministrazione comunale:

1) l'installazione, subito l'estate successiva (e per la prima volta) di una bassa e singolare piscina in una piazza centrale che consentiva ai ragazzi di giocare a calcio e di rinfrescarsi durante la canicola estiva;

2) la valutazione dei costi per la realizzazione di una piscina collocata in acqua, a costeggiare parte del molo, i cui costi però si rivelarono, almeno per l'epoca, e visti gli altri progetti in corso, proibitivi.

3) più in seguito ancora, nel 2008, fu poi pubblicato che proprio nell'area ex Ip, oltre ad un centro commerciale, avrebbe preso posto, proprio, un centro acquatico con piscine, come da me suggerito.

Quello che è stato realizzato, però, all'interno del centro commerciale, è stata una piscina, purtroppo non liberamente accessibile al pubblico.

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Il 21 ottobre 2003, poiché era in previsione la costruzione di un parcheggio sotterraneo sotto la Stazione Centrale della Spezia e al fine di collegare più agevolmente i quartieri nord della città con il centro cittadino (uniti sino ad allora da un breve, ma stretto e poco curato "sottopassaggio") suggerii (con lettera protocollata) che:

- fosse prolungato il tunnel che consente l'accesso ai binari dei passeggeri, sino a fargli raggiungere, così, via Vicci
(una via laterale che costeggia i binari e che incrocia via Fiume).

Lo stimolo a raggiungere il centro a piedi sarebbe derivato dal fatto che questo nuovo tragitto, a differenza dell’altro, sarebbe risultato più curato e più salubre, in quanto privo di auto in transito.

Su La Nazione del 18 settembre 2011, in un articolo che faceva riferimento all'ultimazione dei lavori del parcheggio al di sotto della stazione (iniziato nel 2008), era scritto che, forse, in futuro si sarebbe proceduto anche al prolungamento del sottopassaggio che porta ai treni e ai parcheggi sino a via vicci, così come da me suggerito otto anni prima, non appena venni a conoscenza dell'intenzione di costruire un parcheggio sotterraneo nell'area interessata.

segue una piantina dell'area
interessata dai miei progetti


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Nell'ambito dei miei progetti figurano anche altri studi sui flussi dei veicoli, soluzioni alternative alla viabilità, ai parcheggi, etc.

A) Un altro esempio è dato da Piazza Verdi, collocata nel centro della Spezia. Per questa piazza, dopo aver letto il 18 luglio 2000 un'intervista al Sindaco in cui esprimeva le sue preoccupazioni in merito al desiderio di renderla pedonale (in quanto avrebbe dovuto realizzare un parcheggio sotterraneo, osteggiato dai residenti), presentai, con lettera protocollata, una mia soluzione trascorso appena un giorno dalla pubblicazione della sua intervista.

Nella mia concezione si trattava di ribaltare, o quanto meno di mediare, la soluzione all'epoca all'esame, che suscitava timori nei residenti.

Pensando quindi, piuttosto che a interrare i parcheggi, a "sollevare" la piazza di un metro e mezzo, o due metri e mezzo, di altezza da terra, in modo da creare lo spazio per i tanto agognati parcheggi, limitando nel contempo la profondità delle escavazioni.

La piazza, così concepita, avrebbe assunto idealmente: l'aspetto di una base rettangolare, rialzata da terra, cui avrei attribuito anche qualche connotato tipico di un vascello (ad esempio: una polena, da porre al di sopra del suo accesso principale; visibile già in un mio schizzo originale dell'epoca, che riporterò più sotto).

Sulla base di mie stime approssimative, la larghezza calpestabile della piazza, seppur contenuta, sarebbe risultata più grande rispetto alle superfici all'epoca utili, prese singolarmente.

Con buone probabilità, e nella mia concezione, la piazza oltre alla sosta avrebbe consentito, entro certi limiti, l'attraversamento e prosecuzione della marcia dei veicoli, proprio come un tempo.

Nel progetto riportai anche altre osservazioni e suggerimenti e conclusi specificando che: in caso d'interesse alla realizzazione, non mi attendevo alcun compenso.

segue il mio primo schizzo
dell'epoca inerente l'aspetto
futuro della Piazza che
avevo concepito


La Piazza, inaugurata a fine 2016, ha uno stile moderno, completamente diverso da quello da me ipotizzato.

L'aspetto positivo (e una curiosità) è che il giorno dell'inaugurazione un autolavaggio distribuiva depliant con gratta e vinci incoroprato, e combinazione io e mia moglie ci siamo aggiudicati il primo premio consistente in un buono vacanza per quattro persone.

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Prima di passare a descrivere un altro mio esempio di studio sui flussi dei veicoli, apro una piccola parentesi umoristica riguardante un'altra Piazza della mia città.

segue l'immagine di una
scultura collocata in Piazza
Garibaldi alla Spezia.

In merito, appellandomi
al diritto di satira,
faccio notare che:

Pare che lo scultore,
non appena terminata,
corrugando la fronte
e grattandosi il capo,
abbia esclamato:
"Mi sa che ho fatto
una cappella !!"



Ah dimenticavo: è una fontana !,
per cui spruzza pure, ma ho
preferito ritrarla in un
momento d'inattività

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B) Di seguito riporto l'esempio di alcune altre mie misure alternative riguardanti i lavori presso la variante aurelia e l'area di Piazzale Ferro alla Spezia che qualche tempo dopo l'amministrazione pose in essere.

Le mie soluzioni, a mio avviso attuabili
(sebbene avrebbero comportato un rallentamento per via di nuove analisi, autorizzazioni, etc..), a differenza delle opere successivamente poste in essere, avrebbero evitato di far passare a ridosso di alcune abitazioni una folta mole di veicoli.

Nella mia soluzione, come vedrete, suggerivo per ragioni di opportunità ambientale la creazione di due distinte isole spartitraffico, anziché di una unica. In questo modo, le case sulla destra, osservabili nelle immagini sotto, sarebbero state decisamente meno interessate dal traffico.

I miei lavori li presentai all'allora Assessore alla mobilità del Comune della Spezia, sia direttamente, sia, in un secondo tempo, per il tramite del Presidente della circoscrizione competente.

segue il mio ultimo studio, che ho autenticato e presentato, riguardante l'area di P.le Ferro (nella versione estesa è possibile leggere l'analisi)

segue l'opera come
è stata poi realizzata

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Vi ricordo che in questa versione limitata che avete potuto leggere, a differenza delle versione completa del mio sito, accessibile con password, mancano all'incirca un centinaio di miei progetti, che figurano raccolti in circa 50 altri punti. Progetti in molti casi molto interessanti che non solo sono in grado di rendere la mia storia ancora più singolare, ma soprattutto sono quelli che mi hanno spinto a creare questo mio primo sito. Tra qualche tempo li renderò accessibili a tutti.

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IN   DEFINITIVA


pagina pubblicata su Class di dicembre 2003

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Non dimenticate, se non lo avete già
fatto, di visitare, anche, l'altro mio sito:

www.robertosalanuoviprogetti.it

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